Christian Durso, 30enne affetto da disabilità grave e residente in provincia di Salerno, da mesi è impegnato contro il rifiuto ricevuto da due università, la “Federico II” di Napoli e l’università degli studi di Salerno, in risposta alla richiesta di accesso agli esami a distanza, in collegamento da remoto. Tale diniego lo ha costretto a rinunciare ad iscriversi ad un corso di laurea in giurisprudenza poiché, a causa della sua condizione di salute e della mancanza di mezzi di trasporto pubblici adeguati, non sarebbe attualmente in grado di raggiungere in presenza le università e sostenere gli esami in sede. «Sono una persona con disabilità motoria con necessità di accompagnatore. Da sempre mi batto contro le barriere architettoniche, negli uffici pubblici come nelle banche, alle poste, nei luoghi culturali o naturali e ho anche fatto condannare, insieme all’Associazione Luca Coscioni, un Comune per discriminazione e ho ottenuto l’accesso al belvedere della Migliara ad Anacapri. Con la legge tra le mani ho fatto valere i diritti delle persone con disabilità, mi piacerebbe per questo ora studiare giurisprudenza e rendermi più efficace nella rivendicazione dei diritti. Non sono autonomo negli spostamenti e per me è impossibile anche prendere un pullman o un treno – spiega – ma questo non può e non deve fermarmi». Nei mesi scorsi una sua lettera sulla questione, alla Ministra dell’università e della ricerca Annamaria Bernini, è rimasta senza risposta. «Non capisco perché bisogna perdere questa possibilità – continua Durso – da offrire almeno a chi ha un’oggettiva impossibilità di spostarsi e raggiungere la sede universitaria. Bisogna considerare anche la carenza dello Stato nel supportare le persone con disabilità. Siamo davanti all’ennesima ingiustizia: si rischia di negare il diritto allo studio a tutti». Al suo fianco anche questa volta l’Associazione Luca Coscioni. Rocco Berardo, coordinatore iniziative sulla disabilità dell’Associazione ha dichiarato: «La richiesta di Christian, che è condivisa da tantissime persone con disabilità grave, residenti in comuni lontani da sedi universitarie, potrebbe essere accolta seguendo quanto sperimentato nel recente passato. Quello che si poteva fare durante il COVID, in tema di partecipazione digitale universitaria, però, è stato già dimenticato. Per facilitare i collegamenti si potrebbero anche attivare gli istituti scolastici, presenti in tutti i comuni, come sedi di esami da remoto con la presenza di personale scolastico e strumentazione dedicata. Basta la volontà politica». Nel testo depositato dal senatore Ivan Scalfarotto si legge: “Pur nel quadro dell’autonomia didattica riconosciuta alle università, il Governo ha la possibilità di promuovere il rispetto di norme per impedire ogni forma di discriminazione verso studenti con disabilità, invitando gli atenei ad addivenire ad accomodamenti ragionevoli nei casi in cui situazioni impediscano allo studente di sostenere gli esami in presenza. Si chiede di sapere se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e se intenda intraprendere, d’intesa con la conferenza dei rettori delle università italiane, iniziative volte all’introduzioni di deroghe finalizzate al sostenimento degli esami universitari in modalità da remoto per studenti con disabilità grave”.
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