Crescent e piazza piacciono al Tar «Accrescono identità di Salerno» - Le Cronache
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Crescent e piazza piacciono al Tar «Accrescono identità di Salerno»

Crescent e piazza piacciono al Tar «Accrescono identità di Salerno»

di Andrea Pellegrino

Tutto nella norma per il Tribunale amministrativo di Salerno che respinge i ricorsi presentati da Italia Nostra contro i permessi a costruire e il nuovo Pua di Santa Teresa che ha consentito la realizzazione del Crescent e di piaz- za della Libertà. Cospicua la condanna al pagamento delle spese legali inflitta ad Italia Nostra: 25mila euro da ripar- tirsi tra Comune di Salerno, Ministero e società Crescent srl e Sist. La procedura seguita, spiegano i giudici in un corposo dispositivo, è quel- la giusta. Così come il nuovo parere della Soprintendenza: «La consistente riduzione in termini di volumetria del Crescent è valutabile all’incirca al 20% del totale e con essa si risolvono anche tutte le precedenti valutazioni di me- rito espresse in questi termini e riportate nel preavviso di provvedimento negativo di questa Soprintendenza. Inol- tre, la riduzione delle volumetrie rispetto al progetto originario di circa il 20 per cento risponderebbe a pieno al pa- rametro ii imposto dalla sentenza del Consiglio di Stato». Inoltre, sempre secondo il

Tar, si riqualificherebbe una zona precedentemente “nel degrado”. «Come illustrato e fotograficamente documentato nella relazione paesaggistica alla proposta di Pua per il subcomparto 1 del CPS-1, la preesistente piazza S. Teresa – occupata da un ampio parcheggio scoperto, da padiglioni industriali ed altri edifici (tra cui l’ex Hotel Jolly) in via di demolizione – presentava i segni, se non proprio della dismissione e del de- grado, certamente della trasandatezza esteticomanutentiva, della precarietà, del distorico, lo sfondo collinare e l’inizio della Costiera Amal- fitana)». Ora, proseguono a sostegno della tesi, «al di là dell’enfasi profusa dai progettisti dell’opera – che ne riflette la dichiarata vocazione ‘megaclassicistica’ e scenografica –, è innegabile che l’intervento controverso, in quanto programmato su un’area compromessa e priva di valori identitari, sia suscettibile, se non di favorire, al- meno di assecondare, in termini di riqualificazione, lo sviluppo resiliente del paesaggio circostante, essendo, sordine funzionale e della disarmonia stilistica rispetto al circostante contesto urbano (rappresentato dalla combinazione tra il Lungomare Trieste prospiciente sul Golfo di Salerno, il retrostante centro tra l’altro, preordinata, nei proponimenti, a riprodurre gli stilemi classico-moderni dell’edificazione preesistente (Teatro Verdi, Palazzo di Città, Palazzo Sorgenti, Scuola elementare Barra). Ed è pure in-negabile che il Crescent e l’antistante piazza della Libertà, proprio per la loro di- chiarata “monumentalità”, nonché per la loro funzione di chiusura del nevralgico Lungomare Trieste e, nel contempo, di ideale “balcone sul Mediterraneo”, manifestino una vocazione almeno tendenzialmente accrescitiva piuttosto che depauperativa del patrimonio identitario della città di Salerno».