di Franco Missori
Salerno/Nocera Inferiore. Cambia il collegio per il crac Alvi ma la requisitoria della Procura Generale non concede sconti. Chiesta la conferma della condanna per gli imputati e nella requisitoria in Appello è stata avanzata istanza anche per qualche imputato che in primo grado era stato assolto dalle accuse chiedendo 3 anni e 9 mesi di reclusione. La sentenza slitta al 24 settembre prossimo. Per Vittorio Aliberti chiesta invece l’assoluzione per alcuni capi di imputazione. Il processo vede come principale imputato l’ex presidente della Provincia Angelo Villani e titolare dei supermercati Alvi che in primo grado fu condannato a 12 anni e mezzo. Una sentenza quella dei giudici salernitani che era andata oltre le richieste della Procura formalizzate per la bancarotta fraudolenta dei supermercati Alvi: la grossa catena di distribuzione alimentare della famiglia dell’ex presidente della Provincia di Salerno. L’inchiesta nasce a dicembre del 2009, quando fu dichiarato dal tribunale il fallimento dell’azienda della famiglia Villani. I finanzieri controllarono, a quell’epoca, i trasferimenti di denaro verso la società satellite effettuate negli ultimi tre anni. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori del nucleo di polizia tributaria finirono alcune operazioni. In particolare, l’attenzione dei baschi verdi si concentrò sulle operazioni commerciali verso la società Alpa srl, della quale risultò, all’esito delle indagini, amministratore Bartolomeo Pagano. I finanzieri controllarono, a quell’epoca, i trasferimenti di denaro verso la società satellite effettuate negli ultimi tre anni. Quelle operazioni finanzieri – secondo l’accusa – altro non erano che il sistema fraudolento per svuotare il colosso Alvi, salvando parte del patrimonio e lasciando l’elenco dei creditori, costituitisi parte civile, senza possibilità di appigliarsi a qualsiasi solidità per il recupero dei crediti. Allora, le relazioni dei consulenti della Procura, calcolarono un buco economico che superava i 200 milioni di euro. Ad Angelo Villani che ha guidato la Provincia di Salerno fino al 2014, era stato contestato anche il reato di peculato e perché si sarebbe fatto accompagnare alle riunioni del Cda dell’azienda di famiglia con l’auto di servizio che gli aveva messo a disposizione l’amministrazione di Palazzo Sant’Agostino. A settembre la discussione delle difese e poi sentenza, Nel collegio difensivo tra gli altri, gli avvocati Enzo Calabrese, Felice Lentini, Michele Tedesco e Carlo Di Ruocco.