In mezzo agli ultras, con la sciarpa rossoblu al collo, in missione in Africa ma, soprattutto, accanto ai poveri e bisognosi della sua città, Cosenza. Tre immagini che raccontano la vita e la storia di padre padre Fedele Bisceglia, il frate ultrà – “il monaco” come lo chiamavano nella curva dei tifosi cosentini – amico degli ultimi. padre Fedele, malato da tempo, è morto nella notte all’età di 87 anni, nel reparto di Geriatria dell’Inrca, clinica alle porte della città Bruzia. Nel racconto della vita del frate, figura storica del mondo della Chiesa e del volontariato cosentino e calabrese, c’è anche un’altra immagine, quella più dolorosa. Lui sul banco degli imputati dopo l’arresto per violenza sessuale su una suora. Una vicenda giudiziaria conclusa dopo 10 anni dall’arresto con l’assoluzione divenuta definitiva il 9 giugno 2016 che che ha lasciato segni indelebili nell’animo del frate, sospeso dall’Ordine dei cappuccini e a cui è stato vietato di celebrare Messa in pubblico. Ed era quest’ultimo il suo cruccio ed il suo desiderio più profondo. Un sogno che stava per avverarsi. L’arcivescovo di Cosenza-Bisignano Giovanni Checchinato, infatti, nelle scorse settimane era andato a trovarlo in ospedale e gli aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per esaudire il suo ultimo desiderio. Il divieto, infatti, era ancora in vigore per un cavillo burocratico. Le accuse ed il processo avevano tolto al frate anche la sua creatura, l’Oasi Francescana creata dal nulla per accogliere i poveri e dare loro momenti di calore e di conforto, oltre ad un alloggio e pasti caldi. In seguito all’inchiesta, l’Oasi gli fu praticamente sfilata dalle mani. Nonostante questo, ha proseguito nella sua attività di volontariato e sostegno ai più deboli, realizzando con le donazioni dei fedeli una nuova struttura destinata ad accogliere le persone bisognose. Lo stabile è pronto ma ancora chiuso in attesa dei permessi necessari. All’Oasi Francescana, padre Fedele ci è tornato oggi. E’ lì che è stata allestita la camera ardente, nella cappella dedicata a Sant’Anna, che lui volle costruire per ricordare la madre Anna, morta quando era un bambino. Un desiderio che aveva espresso nelle sue ultime volontà. Domani alle 10 le esequie nella chiesa del Santissimo Crocifisso, nel quartiere della Riforma, a Cosenza. Il sindaco Franz Caruso ha proclamato per l’occasione il lutto cittadino. Poi, prima della tumulazione a Dipignano, suo paese natale, in un loculo in basso e accessibile ai disabili come ha chiesto lui stesso, una tappa allo stadio San Vito – Marulla, dove ad attenderlo ci saranno i suoi cari ultras.
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