di Aniello Palumbo
“Cosa c’è dietro la scrittura? Possiamo riuscire a comprendere la particolarità di una persona attraverso la sua scrittura? A spiegare quali sono i parametri da tenere in considerazione per cercare di comprendere la mentalità di un soggetto, attraverso la sua scrittura, è stata la dottoressa Amalia Carrano, grafologa giudiziaria presso la Procura del Tribunale di Salerno, consulente grafologo, già presidente della Sezione Regionale Grafologi Italiani, docente presso l’Associazione Psicogiuridico di Napoli, durante la serata organizzata, al Grand Hotel Salerno, dal presidente del Club Rotary Salerno Duomo, il dottor Michele Pellegrino, che ha voluto trattare il tema: “Il metodo grafologico e gli ambienti applicativi” ritenendo importante studiare il gesto grafico:” La grafologia consente di seguire, a partire dall’infanzia, l’intero iter evolutivo dell’individuo. L’attività grafica permette di trasferire sul foglio gli impulsi più profondi che non vengono espressi con le parole” ha spiegato nella sua introduzione il presidente Pellegrino. La dottoressa Carrano ha spiegato che la scrittura è strettamente legata a ognuno di noi: ” Non ci sono dei segni fissi, delle caratteristiche in assoluto che se riscontrate in un soggetto troviamo anche in un altro: solo attraverso la ricostruzione della psicodinamica del soggetto stesso si riescono a comprenderne le dinamiche intrapsichiche; è l’insieme dei segni di quella persona che ti permette di ricostruire la sua peculiarità ”. Ci sono naturalmente alcuni parametri di osservazione da tenere in considerazione: ” Noi grafologi non ci sostituiamo allo psicologo, per valutare una scrittura dobbiamo avere delle informazioni di base del soggetto: nazionalità, età, sesso, livello culturale, tipo di penna adoperata per scrivere: Bisogna considerare anche parametri come l’impostazione: come inserisco il testo nella pagina è importante; la dimensione: è un luogo comune che chi scrive grande è una persona più sicura; la direzione: si dice che chi scrive ascendente è ottimista chi scrive discendente è depresso, ma i grafologi non possono fare questo tipo di diagnosi; l’ inclinazione, la pressione – tratto: che è la prima cosa che si deteriora con l’età; la forma, la continuità e la velocità”. La dottoressa ha spiegato che il modello calligrafico cambia nel tempo: ” La scrittura cambia, evolve nel tempo, e non è legata al nostro grado d’istruzione, ma al nostro vissuto”. Anche il cambiamento culturale fa cambiare la scrittura:” La scrittura di inizio secolo era inclinata, mentre oggi abbiamo lo script che è il corsivo – stampatello utilizzato soprattutto dagli adolescenti abituati a scrivere sulle tastiere dei computer o degli smartphone. E’ importante scrivere a mano perché si attivano alcune aree del cervello. Oggi anche la Apple sta cercando di recuperare la scrittura a mano creando delle nuove applicazioni”. La grafologia non è calligrafia:” Non vede la bella scrittura, ma la spontaneità della scrittura, del segno grafico. Si dice che esiste una scrittura più femminile, quella arrotondata, e una più maschile, quella angolosa: in realtà non è così. A volte, per un vissuto personale, una donna può assumere delle modalità più “maschili” e un uomo una modalità “femminile” nell’accoglimento, nella dolcezza, nella curvilinearità della scrittura che non ha nulla a che vedere con la sessualità, ma con delle modalità di approccio che ognuno di noi ha”. La grafologa ha spiegato che la scrittura riflette l’età psicologica, non quella anagrafica e che varia anche con l’età e lo stato di salute:” La scrittura è il risultato finale di una interazione dinamica e molto complessa tra corpo e cervello: è un gesto motorio che dipende dall’attività cerebrale superiore, la mano è lo strumento”. La dottoressa Carrano ha spiegato anche che nelle perizie calligrafiche non si valutano le singole lettere per capire se siamo in presenza di un falso o di una dissimulazione:”