Questa sera, alle ore 21, Thomas Guggeis, dirigerà l’ Orchestra Filarmonica Campana al Castello di Mercogliano di Casa Marciano, nell’ambito della XV stagione concertistica “Corrispondenze Sinfoniche
Di Olga Chieffi
Ci sarà Thomas Guggeis, sul podio dell’Orchestra Filarmonica Campana al Castello di Mercogliano di Casa Marciano. Questa sera, alle ore 21, su invito del direttore artistico della stagione concertistica “Corrispondenze Sinfoniche, giunta alla sua XV edizione, Giulio Marazia, nonché a chiusura del ”I Premio Nazionale Gibaldone“, rassegna che ha preso il via il 21 luglio con un cartellone ricco di spettacoli teatrali e di ospiti musicali quali Giovanni Block e Gigi Finizio, la formazione presenterà un programma che ci condurrà lungo un lungo ponte da Mozart e Haydn a Jean Sibelius. La serata sarà inaugurata da “Eine Kleine Nachtmusik” in sol maggiore KV 525 di Wolfgang Amadeus Mozart I flauti cederanno il testimone agli archi, che attaccheranno l’Allegro della Serenata K 525 composta nell’agosto del 1787, racchiudente come in un saggio perfetto tutti i segni caratteristici, i valori, i messaggi della serenata ideale, per lasciare un capolavoro eterno di equilibrio e di eleganza, prima di accomiatarsi per sempre dall’antico genere salisburghese. A seguire, Sinfonia concertante in si bemolle maggiore di Joseph Haydn con solisti Fabrizio Giordano al violino) Giuliano De Angelis al violoncello, Claire Colombo all’oboe e Marco Alfano al fagotto. Eseguita, per la prima volta, il 9 marzo del 1792, la Sinfonia n. 105 in si bemolle maggiore è l’unica concertante della vasta produzione del compositore austriaco che comprende ben 107 lavori, un numero di gran lunga superiore a quello dei concerti solistici, composti soprattutto in età giovanile, in un periodo che va dal 1752 al 1761, e comprendenti i 6 Concerti per organo, detti viennesi, e i 6 Concerti Esterházy. Proprio in questo periodo fu composta la Sinfonia concertante per violino, violoncello, oboe e fagotto che, sette giorni dopo la stesura di questa lettera, fu eseguita per la prima volta con la partecipazione, come violino solista, dallo stesso Salomon.La Sinfonia si compone di tre movimenti dei quali il primo, Allegro, il più ampio, è scritto in forma-sonata, riconoscibile nella struttura tripartita (doppia esposizione, sviluppo e ripresa) e nel percorso tonale, anche se si accosta maggiormente al concerto barocco per il prevalere del concertino sull’orchestra. Manca, tuttavia, la contrapposizione tematica tipica della forma-sonata, in quanto l’intero movimento si basa su un unico tema che viene trattato contrappuntisticamente. Il secondo movimento, Andante, aperto da una melodia mesta affidata al violino e al fagotto, presenta un carattere eminentemente lirico, il cui punto culminante è raggiunto nel secondo tema, esposto, inizialmente, dal violoncello a cui si unisce in seguito il violino. Molto interessante è la parte conclusiva nella quale la melodia, quasi in eco, è fagocitata dai corni secondo un procedimento che si riscontra in altre sinfonie londinesi. Il terzo movimento, Allegro con spirito, è un rondò che si apre con un’introduzione orchestrale nella quale il tema principale è declamato all’ottava per spegnersi in un recitativo, affidato qui al violino solista, che ritorna anche al posto della cadenza. L’uso del recitativo era già stato sperimentato da Haydn nella giovanile Sinfonia n. 7 “Il Mezzogiorno”. La seconda parte della serata sarà interamente dedicata alla esecuzione della Quinta Sinfonia di Jean Sibelius, nata negli anni della Grande Guerra (la prima versione viene presentata nel 1915) ma l’atteggiamento del compositore è piuttosto quello di fuggire dagli orrori del tempo per trovare rifugio e sollievo nella natura. Il risultato è tuttavia tutt’altro che contemplazione estatica in questa sinfonia costruita su forze dinamiche interne in continuo movimento che pulsano della vita e delle forme che animano la natura. Per Jean Sibelius “la sinfonia è una confessione di fede nelle varie fasi della vita”, un senso melanconico si celava dietro queste parole e sotto la composizione della Quinta. Qui lo schema della forma-sonata si dissolve nell’evoluzione della materia tramite le care ripetizioni ipnotiche, così la musica diviene ricerca del senso recondito nelle profondità di una struttura aperta e dalla “forma rotante”, ricorda il musicologo J. Hepokoski. La tonalità sfruttata è un “eroico” MI bemolle maggiore, ma la melodia appare aleatoria, indefinita. Non sazio del suo lavoro Sibelius decise di tagliare la fine del primo movimento e l’inizio del secondo per combinarli in una dissolvenza cinematografica approdante verso la calma apparente del secondo movimento, dove prende vita un motivo di intervalli ascendenti e discendenti, ripreso e mutato dai corni in un tema che trascende la natura: l’inno al cigno. La chiusa è in sei accordi armonicamente lontani…. e il cigno si fa sole.