Otto mesi di reclusione e confisca di 69 immobili. E’ stato condannato ad otto mesi di reclusione l’imprenditore e costruttore battipagliese Francesco Santese. Ieri sera, intorno alle 18, l’atto finale della complessa inchiesta avviata dal pubblico ministero Rinaldi. Nello specifico don Ciccio è stato condannato per infedeltà patrimoniale in quanto con il trasferimento del patrimonio, in gran parte immobiliare, dalla Santese Snc alla Santese Immobiliare avrebbe di fatto svuotato la prima società, successivamente finita in liquidazione, ed escluso dalla stessa il fratellastro Salvatore Albarella. La vicenda si snoda tra il 2008 ed il 2009. Quest’ultimo dopo l’operazione effettuata da Francesco Santese, difeso dall’avvocato Sparano, avviò una serie di procedimenti penali (tra l’altro l’azione di responsabilità per ottenere la revoca di amministratore) per bloccare quel passaggio che l’avrebbe messo off side dal patrimonio familiare. Da qui l’inchiesta penale con Albarella che si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Alfonso Forlenza. Dopo l’opposizione all’archiviazione e l’mputazione coatta si è arrivati al processo. Ieri la chiusura del dibattimento, con il legale difensore di Santese che ha depositato il casellario giudiziario, ed ha riferito l’impossibilità, per motivi di salute (causa i numerosi ricoveri negli ultimi mesi) di Santese di rendere interrogatorio, o quanto meno dichiarazioni spontanee, in aula come preannunciato in precedenza. Il legale ha formalmente riferito della rinuncia ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno (presidente Mariano Sorrentino). Chiusa l’istruttoria si è proceduto alla requisitoria del pubblico ministero Rinaldi che nella sostanza ha evidenziato come Francesco Santese avesse fosse legale rappresentante della Santese snc e, contestualmente, titolare del 98% delle quote dell’Immobiliare Santese. Il pubblico ministero ha richiamato, in più di una circostanza, le risultanze del consulente dell’accusa Infranzi, che ha evidenziato che seppur non fossero stati stilati verbali la Santese snc era una vera e propria società anche in virtù del contratto preliminare siglato con gli altri soci. Altro elemento, questo, a sostegno della tesi formulata dall’accusa. Il magistrato inquirente ha evidenziato come l’operazione avrebbe dovuto avere come finalità la restituzione delle anticipazioni effettuate da Francesco Santese ma in realtà col passaggio societario l’esposizione debitoria è addirittura aumentata (da 255mila euro a 265mila euro). Inoltre era stato deliberato che Santese sarebbe stato soddisfatto o con i proventi derivanti dalla vendita o dalla locazione dei 69 immobili o dall’assegnazione diretta degli stessi. Ma anche di questo passaggio non c’è traccia nella fase investigativa. Al termine della lunga requisitoria il pm aveva chiesto la condanna a un anno e due mesi per Francesco Santese con il riconoscimento delle attenuanti generiche. Il collegio ha decisio per otto mesi di reclusione, pena sospesa, e la confisca degli immobili. “E’ un epilogo che non avrei mai voluto – ha commentato Salvatore Albarella. Con Ciccio abbiamo fatto un lungo percorso insieme e poi non so onestamente cosa è accaduto. Perché le cose sono finite in questo modo. Di certo ora non potevo vivere con 400 euro dopo tutti i sacrifici fatti”.
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