di Erika Noschese
Continua a trascinare con sé una serie di polemiche il concorsone Ripam indetto dalla Regione Campania per collocare 2270 dipendenti nell’ente regionale e in quelli locali. In queste ore, i vincitori di concorso stanno alzando la voce per chiedere di poter proseguire il percorso, dopo aver superato la prima prova del maxi concorso. Dopo una prova preselettiva e una prova scritta con sbarramento di 21/30, dei 170mila partecipanti siamo rimasti circa 1860, meno dei posti messi a concorso. Ad oggi manca meno di un mese dal completamento del tirocinio di 10 mesi presso le amministrazioni e molti partecipano puntano il dito contro i vertici di Palazzo Santa Lucia e la Formez/Ripam, ammettendo di “sentirsi presi in giro”: il cosiddetto Decreto Brunetta, infatti, dava la possibilità di chiudere il concorso senza ulteriori prove ma la commissione Ripam e la Regione Campania hanno optato per una nuova prova scritta con sbarramento, ulteriore rispetto a quella già espletata, che è già valida ai fini della graduatoria. “Intanto le altre amministrazioni, come il Comune di Roma, dopo il nuovo decreto, mettono a bando concorsi per migliaia di posti con una sola prova scritta o addirittura minacciano di recedere dal Concorsone per attingere da nuove graduatorie. Il Presidente De Luca, dopo la manifestazione che noi borsisti abbiamo tenuto il 20 aprile, ha continuato con i suoi slogan dicendo che dovremo solo “certificare” il nostro percorso formativo e saremo assunti immediatamente, mentre il Ripam ci fa sapere che stanno preparando la prova scritta senza banca dati, con sbarramento e da tenersi a giugno, su un programma vastissimo. Il che significherebbe un’ulteriore e pesante selezione, mentre gli altri enti assumeranno personale con altri bandi – hanno dichiarato i vincitori della prima prova, attraverso un boomerang di mail per far sentire il loro grido – Alla luce dei tempi lunghissimi per la conclusione del concorso, del tempo passato presso gli Enti anche in periodo di Covid, dei sacrifici fatti finora e della mancanza di personale della pubblica amministrazione, ulteriormente peggiorata rispetto al 2019, chiedo che il Presidente De Luca mantenga concretamente la promessa fatta con il suo slogan delle “3000 assunzioni” e proceda all’eliminazione dell’inutile prossima prova, all’assorbimento nei profili in sovrannumero e all’assunzione a giugno di tutti i borsisti”. Il concorso, iniziato nel lontano 2019, ha già compiuto appieno il suo scopo di selezione e formazione. Sono state svolte infatti anche una prova preselettiva, 10 mesi di tirocinio/lavoro presso le amministrazioni, e centinaia di ore di formazione complete di approfondimenti, quiz ed esercitazioni. Dopo le selezioni, sono rimasti circa 1850 partecipanti con 400 posti rimasti scoperti. Vi è sempre più grave carenza di personale in tutte le amministrazioni. L’Anci Campania e numerosi enti coinvolti hanno richiesto più volte l’urgente semplificazione totale del concorso e la rapida assunzione dei borsisti. Tutte queste richieste sono rimaste inascoltate – hanno dichiarato i borsisti campani – Calendarizzare una prova a giugno è una decisione folle, perché verrà aggiunto continuamente nuovo materiale di studio fino al 28 maggio, e i borsisti saranno impegnati nelle amministrazioni fino al 31 maggio”. Intanto, questa mattina, dalle 10 alle 14, si terrà una seconda manifestazione – indetta dalla Fp Cgil – per sostenere le istanze di massima semplificazione della procedura e di risoluzione del problema dell’assorbimento dei borsisti nei pochi profili in sovrannumero. L’iniziativa si svolgerà nello spazio pedonale antistante l’ingresso uffici della sede della Regione Campania di via S. Lucia in Napoli.