di Arturo Calabrese
Lunedì si è tenuta l’elezione del presidente della Comunità del Parco che ha visto vincitore Stefano Sansone, sindaco di Ascea. Il suo era il nome voluto dalla segreteria provinciale a da Piero De Luca, deputato dem.
La corrente di dissidenti, però, ha puntato su Raffaele Mondelli. Due animi all’interno della stessa compagine politica che si sono scontrate, due vere e proprie correnti. Il giorno dopo, solitamente, è riservato alle discussioni, all’analizzare, al capire cosa sia successo.
Scendono in campo gli esperti, come è giusto che sia, dicono la loro coloro i quali sanno bene cosa dire. C’è poi chi, invece, commenta subito, a caldo. Tra questi vi è Antonio Bruno, consigliere comunale di Vallo della Lucania.
Il fine politologo spiega che non c’è alcuna spaccatura all’interno del Partito Democratico: «Ha vinto il Pd – dice – 85 voti su 85 validi sono andati a due rappresentanti dem. il dato politico non riguarda le candidature di due iscritti, ma che su 90 aventi diritto al voto, su 88 presenti, su 85 voti validi, 85 voti sono andati a due iscritti al Partito Democratico.
Il tutto con un Governo di destra in carica da 3 anni. Tutto il resto – conclude – è dialettica interna finalizzata al posizionamento in vista di altri appuntamenti elettorali. Tutto lecito e politicamente comprensibile, ma non parlate di spaccatura nel PD, perché il dato politico non è questo». Bruno è lo stesso che diversi mesi fa ha negato l’esistenza del Sistema Cilento.
Insomma, secondo l’analista politico, il Partito Democratico non è uscito spaccato perché ha ricevuto il 100% dei voti. Secondo questo ragionamento, anche il centrodestra ha avuto lo stesso risultato, dato che il vice presidente della Comunità del Parco Giuseppe Orlotti ha avuto la totalità dei voti. Una riflessione molto contorta.
Critico è invece Simone Valiante, sindaco di Cuccaro Vetere e già deputato del Partito Democratico, da tempo in rotta con il centrosinistra. Sibillino, ironico e pungente come sempre, Valiante non le manda certo a dire: «La comunità dei sindaci del Parco è un luogo tutto da costruire e siamo appena all’inizio.
L’unanimità è un valore quando si costruisce sulle cose e sui progetti, non sui pranzi. Dalla discussione e dalle divisioni di questa sera, invece, potrà nascere qualcosa di nuovo. Un segno di vita, forse, un sasso nello stagno, magari, proprio perché dopo tanto tempo si sono confrontate posizioni diverse, ma civili e perché una stagione politica sta terminando.
Non è detto, tuttavia, che il futuro sia migliore, se lo deleghiamo sempre ad altri. Siamo ancora in una fase di piena emergenza, dove la politica in questo territorio è ancora un lontano ricordo e la nostra gente ci chiede risposte di fronte a disagi sempre più forti.
Passando alla cronaca quotidiana – aggiunge il primo cittadino – per chi mi conosce, sa bene che l’ostentazione del potere mi fa sorridere, ma ho una terribile paura dei “portaseccia”.
Leggo le prime cronache e soprattutto mi raccontano che anche oggi il mio nome, per tutta la giornata, dai pellegrini della “ciudad”, è stato oggetto di innumerevoli citazioni. Prima o poi – conclude – fate pace con la vostra anima, che per la politica ci sarà tempo».