Coldiretti attiva un orto solidale nel casa di reclusione di Eboli - Le Cronache
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Coldiretti attiva un orto solidale nel casa di reclusione di Eboli

Coldiretti attiva un orto solidale  nel casa di reclusione di Eboli

di Monica De Santis

Grazie alla Coldiretti Salerno, nasce l’orto sociale all’interno del carcere di Eboli. Un’iniziativa unica in Italia che nata anche grazie alla collaborazione con la direttrice della casa di reclusione. Il progetto di agricoltura sociale “Orto Condiviso” ve inoltre la partecipazione anche dell’associazione di volontariato Gramigna di Pago Veiano (BN). L’agricoltura sociale è uno strumento che offre opportunità di riabilitazione, integrazione per persone che vivono situazioni svantaggiate, di marginalità, di esclusione sociale. Con l’orto condiviso, i detenuti cureranno lo spazio incolto all’interno della cinta muraria del Castello Colonna, guidati dagli esperti di Coldiretti Salerno che metteranno a disposizione anche semi, piantine e tutte le attrezzature necessarie. “L’orto sociale è un’esperienza quasi unica in Italia – spiega il presidente di Coldiretti Salerno Vito Busillo – abbiamo accolto con entusiasmo il progetto del penitenziario e dell’associazione di volontariato Gramigna per dare ai detenuti un’opportunità per il cambiamento, recuperando il senso collettivo di appartenenza a una comunità, elevando il lavoro in carcere a qualcosa di non semplicemente punitivo e affermando il ruolo sociale dell’agricoltura. Coldiretti si impegna a fare formazione agricola contribuendo al contempo a valorizzare beni demaniali che sono a disposizione delle carceri per allestire in futuro – è un’idea a cui lavoreremo – un piccolo mercato a Km0”. “L’orto nasce come un luogo “in comune”: da progettare insieme, da coltivare insieme, da curare insieme – spiega Rosario Meoli dell’associazione Gramigna – perché una pianta germogli e porti frutto è necessario un lavoro costante, attento e rispettoso dei tempi della natura e nulla è scontato. Il progetto sarà scandito da incontri settimanali durante i quali saranno fornite ai partecipanti le nozioni sulle varietà da coltivare e mostrate, concretamente, le attività così da poterle svolgere poi in autonomia. I detenuti parteciperanno ad ogni fase del progetto, dalla pulizia dello spazio assegnato, alla preparazione del terreno, concimazione e preparazione dei solchi per la messa a dimora delle piantine e delle sementi. La formazione sulla cura dell’orto sarà accompagnata dalla realizzazione di schede informative sulle singole piante coltivate”. In occasione dell’avvio del progetto “Orto condiviso”, Coldiretti Salerno ha anche donato alla struttura penitenziaria di Eboli pacchi solidali con prodotti a Km0: presenti all’iniziativa il presidente Vito Busillo, il direttore della Casa di Reclusione Concetta Felaco, il Comandante della Polizia Penitenziaria Gianluigi Lancellotta, l’educatore Enrico Farina e Rosario Meoli dell’associazione Gramigna.