Ci sono importanti novità per quanto riguarda la questione dei cinghiali in provincia di Salerno e in particolare nella zona sud. Esse arrivano dall’Ente Parco Nazionale del Cilento che a breve pubblicherà un bando con il quale si finanzieranno le recinzioni per i campi privati.
Tali infrastrutture, a bassissimo o nullo impatto ambientale, avranno la funzione di essere degli ostacoli per i gruppi di ungulati che si muovono alla ricerca di cibo e che molto spesso arrivano nei campi coltivati dove portano soltanto distruzione, mettendo a serio rischio i raccolti di ogni genere di frutto ma anche ortaggi o altro.
A darne notizia è il vicepresidente Carmelo Stanziola: «Innanzitutto è bene chiarire che lo stesso Ente Parco viene danneggiato da questa emergenza – dichiara – perché in passato abbiamo dovuto riconoscere, giustamente, indennizzi a chi giustamente subiva dei danni. Oggi sono state avviate varie attività come, ad esempio, l’attivazione della caccia controllata attraverso i selecontrollori. Ne avevamo trecento e adesso ne abbiamo organizzati altre trecento il che ci porta ad avere oltre seicento selecontrollori su tutta l’area del Parco. Abbiamo inoltre quattro centri dove le carcasse dei cinghiali vengono prima controllate da veterinari e poi lavorate da macellai esperti per poi essere introdotte nella filiera. Questo è per quanto riguarda l’esistente – aggiunge Stanziola – mentre per il futuro posso annunciare che a breve sarà pubblicato un bando attraverso il quale i proprietari o affittuari di terreni coltivati potranno accedere a contributi per alzare delle recinzioni. Ovviamente saranno particolari strutture che non avranno alcun impatto ambientale ma che preserveranno le coltivazioni».
Negli ultimi mesi, la questione cinghiali è ulteriormente peggiorata a causa della diffusione della peste suina, una malattia che potrebbe coinvolgere anche i suini domestici allevati all’aperto costringendo gli allevatori ad abbatterli, nonostante essa non sia dannosa per l’uomo. Come se non bastasse, all’emergenza legata agli ungulati si deve aggiungere anche un altro dato e cioè una sempre più alta presenza di lupi. Da una parte è di certo una ottima notizia dato che l’aumento di esemplari è un dato che testimonia salubrità della zona sotto tutela ambientale, ma dall’altra mette in pericolo i capi d’allevamento come bovini, caprini e ovini che vengono solitamente tenuti in spazi aperti. Qualche episodio si è già registrato, ma non si può parlare ancora di emergenza.
«Le recinzioni – conclude il vicepresidente Carmelo Stanziola – saranno utili anche per i branchi di lupo». Insomma, il Parco sarà determinante per risolvere l’annosa problematica.