di Erika Noschese e Monica De Santis
“Ciao Tommaso” dice il piccolo Victor 6 anni, appena sceso dal pullmino che da Capaccio l’ha portato ieri mattina intorno alle 10,10, insieme alla mamma e ad altri 19 profughi, portati in Italia da “Cronache per l’Ucraina”, l’iniziativa umanitaria organizzata dal quotidiano Le Cronache in sinergia con la Fondazione della Comunità Salernitana ed i Lions Club Branch Salerno Minerva. “Ciao Tommaso” dice rivolgendosi al nostro direttore che li ha attesi insieme alle presidenti Antonia Autuori e Micaela Chechile, oltre ad alcune delle persone che hanno sostenuto la nostra iniziativa come, i consiglieri comunali Antonio Carbonaro, Barbara Figliolia, Antonia Willburger, Rino Avella, e il signor Riccardo Bifulcopoi ancora alcune delle famiglie che ospiteranno i profughi, oltre naturalmente ai colleghi delle testate giornalistiche e ai sindaci Vincenzo Napoli, Gianfranco Valiante e Mimmo Volpe. In maniera ordinata e composta, una volta scesi dai due mezzi che li hanno portati a Salerno si sono recati presso la postazione della Croce Rossa, per essere sottoposti a tampone rapido e all’iscrizione presso l’ufficio immigrazione della questura di Salerno. Sbrigate le procedure di rito, l’incontro, per alcuni di loro, con le famiglie presso le quali andranno a vivere, (due donne sono andate a Baronissi, un’altra donna, insieme alla madre ed al figlio sono andate presso una famiglia di Santa Cecilia di Eboli e con loro anche una ragazza con il suo cagnolino, poi una mamma con la sua bambina sono andate a casa di una famiglia di Salerno, una giovanissima è stata presa in casa da una famiglia di Bellizzi, l’italiano Sandro vivrà presso una struttura alberghiera di Paestum, mentre 11 persone sono andate a vivere presso una casa famiglia di Sant’Andrea di Conza in provincia di Avellino). Tante le lacrime versate al momento dei saluti, sia tra di loro e sia con la dottoressa Paky Memoli, che per tutto il tempo del viaggio e della permanenza in albergo li ha seguiti confortarli e di sostenerli. Tanti gli abbracci e le lacrime anche quando ci hanno salutato e ringraziato per quel poco, davvero poco che, chi scrive, ha potuto fare.