di Andrea Pellegrino CAVA DE’ TIRRENI. E’ Vincenzo Servalli il candidato sindaco del Pd di Cava de’ Tirreni. Sarà lui a guidare il partito e l’eventuale coalizione alle prossime elezioni amministrative. Ieri si sono svolte per l’intera giornata le primarie che hanno visto in campo quattro candidati, ovvero Vincenzo Servalli (attuale consigliere comunale), l’ex sindaco Raffaele Fiorillo, il consigliere comunale Antonio Palumbo ed Enrico Bastolla. E proprio quest’ultimo è stato la vera sorpresa delle consultazioni per la scelta del candidato primo cittadino per il centro sinistra: Bastolla, infatti, ha ottenuto ben 823 preferenze, piazzandosi secondo alle spalle di Vincenzo Servalli (1.299 voti) e prima di due nomi “pesanti”, ovvero dell’ex sindaco Fiorillo – terzo con 758 preferenze – e del consigliere comunale Antonio Palumbo che ha chiuso ultimo con 634 voti a favore nonostante, all’inizio dello scrutinio, fosse dato per favorito. Dunque, un exploit inaspettato per Enrico Bastolla, supportato in questa competizione dal mondo associazionistico e dello sport e da quello dei professionisti, in particolar modo dei commercialisti. Ma veramente in tanti, ieri, si sono recati alle urne a Cava de’ Tirreni: in totale sono state 3.543 le persone che hanno affollato i sei seggi allestiti sul territorio metelliano che si sono chiusi alle 20, con picchi di votanti che si sono registrati in tarda mattinata e nel tardo pomeriggio di ieri. Tra le curiosità, il voto espresso da 38 minorenni. Non sono state certamente primarie come tutte le altre quelle di ieri a Cava de’ Tirreni e che hanno visto in campo anche il Nuovo centro destra. Sabato mattina un sms a firma di Matteo Monetta ha praticamente ufficializzato l’impegno del partito di Angelino Alfano a favore di una parte dei candidati in campo, sancendo, dunque, un accordo che potrebbe vedersi insieme alle prossime elezioni. Anche perché pare che la strada verso Galdi sia sbarrata. Almeno da parte dell’altro esponente di Ncd in aula consiliare Massimiliano Di Matteo. E, ieri, Ncd ha fatto sentire tutto il proprio peso con la partecipazione dei suoi esponenti e simpatizzanti alle primarie del Pd: in particolare, consistente è stato il supporto ricevuto da Enzo Servalli, uscito vincitore dalla sfida interna. Una vittoria alla quale hanno contribuito le forze civiche ma anche quelle di centro destra, in primis di Nuovo centro destra che ha diviso i propri voti proprio tra i due consiglieri comunali in sfida, Servalli, appunto, e Palumbo. Ma non solo Ncd: a quanto pare, infatti, diverse sono state le indicazioni di voto provenute da esponenti marcatamente di centro destra.Subito dopo l’esito dello scrutinio, che si è concluso in maniera anche piuttosto veloce, è partita la festa di Vincenzo Servalli, alla quale hanno preso parte anche Matteo Monetta (che sosteneva però Antonio Palumbo), Giovanni Del Vecchio ed Emanuele Esposito: anime del Ncd cavese. Ovviamente soddisfatto il neo candidato sindaco del Partito democratico Vincenzo Servalli che ha lodato la «grande partecipazione» della gente alle primarie, sottolineando come ciò rappresenti «un segnale forte che la città di Cava ha dato verso il cambiamento». Servalli ha tenuto a ringraziare i suoi competitors ed ha dedicato la sua vittoria «ai giovani di Cava de’ Tirreni». «Oggi – ha detto il consigliere comunale – comincia la vera sfida per il futuro». Grande soddisfazione è stata espressa anche dal segretario cittadino del Pd Giuseppe Aliotti, per il quale «da ora si inizierà a lavorare per affrontare la battaglia più dura, quella delle elezioni amministrative del prossimo anno». E dai risultati delle urne democrat dipenderà anche il futuro dell’amministrazione Galdi. L’appuntamento era atteso, infatti, sia dalla sinistra ma anche dalla stessa amministrazione di Marco Galdi che soffre ormai da settimane di una forte crisi politica. Fino alla vigilia delle primarie, infatti, si vociferavano accordi del primo cittadino con le diverse anime del partito democratico. O meglio con alcuni dei candidati in campo. Intese che avrebbero congelato sia la mozione di sfiducia ma anche la convocazione dello stesso consiglio comunale. Ma oggi, ad elezioni concluse, saranno i fatti a parlare.
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