Cava. Cala il sipario sul Progetto “Il Sogno e la Luce” - Le Cronache Provincia
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Cava. Cala il sipario sul Progetto “Il Sogno e la Luce”

Cava. Cala il sipario sul Progetto “Il Sogno e la Luce”

Natale è Natale, ma il Sogno e la Luce continuano ancora: non è un enigma né un’utopia poetica, ma la realtà delle manifestazioni natalizie di Cava de’ Tirreni, che stanno vivendo una stagione da record, per un budget finalmente non risicato, per il numero delle iniziative, abbondantemente superiore al centinaio, per la qualità delle proposte, per la splendida risposta del pubblico. E si sono succeduti – con gradevole ritmo – concerti, rappresentazioni teatrali, esposizioni di artistici presepi, presentazioni di libri, mostre, attività ludiche per i più piccoli, attività sportive, e non solo. Merito principale, oltre alla disponibilità dell’Amministrazione, spetta al Consigliere delegato alla Cultura, Armando Lamberti, che si è particolarmente battuto in fase di bilancio e che da anni sogna di dare una caratterizzazione culturale a Cava de’ Tirreni, ma che soprattutto vuole dare forma e concretezza a tutte quelle iniziative che stimolano la cittadinanza nelle sue varie componenti e che contribuiscono a formare e rappresentare l’identità collettiva. A dimostrazione di quanto affermato, grande è stato il successo delle manifestazioni simbolo di questo periodo. Innanzitutto, i quattro concerti organizzati in collaborazione con la grande orchestra filarmonica del Teatro Municipale “Giuseppe Verdi” di Salerno e che si sono svolti all’interno del nostro Duomo: il Coro delle Voci Bianche, i Canti Gospel, il Recital del grande Peppe Servillo e di Ambrogio Sparagna e il Gran Concerto di Capodanno del 4 gennaio. Non è l’unico esempio di performance musicali, se pensiamo al bellissimo Concerto per la Shoah, che il 27 gennaio ha ricordato le musiche più significative legate a film e tradizioni relativi alla Giornata della Memoria. Sulla punta ideale di questo “iceberg”, merita un posto speciale la vitalizzazione “vera” del Teatro Comunale. Finalmente ha potuto svolgere la sua funzione primaria: essere vetrina a disposizione per le varie compagnie locali e aprire le porte per manifestazioni che non richiedano un grande affollamento di pubblico, ma abbiano il marchio della qualità. Su questa linea, si collocano, ad esempio gli show di big come Paolo Caiazzo ed Enzo Fischetti, oppure il concerto di bravissime artiste emergenti come Alfina Scorza. Assai significativa è stata la mostra antologica del pittore Alfredo D’Amico, “il pennello poetico di Cava”, a cui tra l’altro, quest’anno è stato dedicato l’annuale calendario artistico di Gaetano Guida collegato alla società metelliana. In esposizione nel complesso di San Giovanni, ha emozionato con il lirico realismo degli scenari proposti ed ha contenuto anche iniziative collaterali, tra cui una performance artistico letteraria dell’Accademia “Arte e Cultura”, che, grazie all’impulso di Lucia Angrisani, sta facendo fruttare i semi e i frutti lasciati dal sempre compianto Michelangelo Angrisani. E non dimentichiamo le presentazioni di libri di livello e risonanza nazionale, a cominciare dal volume sugli italiani immigrati in America di Mario Avagliano: un lavoro che non solo analizza in dettaglio le vicende dei nostri connazionali nel Nuovo Mondo, ma, facendo anche capire quante difficoltà abbiano dovuto affrontare, ci fa riflettere sul modo di trattare il più degnamente possibile i migranti che oggi ospitiamo noi. E ci insegna che l’emigrazione italiana negli Stati Uniti è stata un formidabile terreno di crescita per la nostra economia nazionale, grazie alle rimesse di quelle che persone che salivano sui “bastimenti in partenza per terre assai lontane”. Tra gli altri libri presentati: “Caterina – una storia cavese del 1799”, un romanzo di Domenico Della Monica che penetra nel cuore antico della nostra Città in un momento cruciale del suo percorso. E che dire dell’ultimo libro di Antonio Donadio, dal titolo molto accattivante di “Il principe del Pinocchio”, che con una serie di poesie brevissime tipo haiku fa ragionare ed emozionare sul senso della vita e della storia? E proprio con due libri di particolare significato si chiuderà la rassegna. Il 1° febbraio sarà presentato “L’innocenza dei dinosauri” il libro postumo di Giovanna Ferrara, la giornalista cavese del “Manifesto” precocemente scomparsa, in possesso di un talento che va oltre i tempi limitati della sua vita personale. Poi, il 18 febbraio, grande chiusura con la presentazione del libro di Luigi Pagano e Franco Bruno Vitolo, “Mamma Lucia, beata comunque – Frammenti celesti di una beatitudine terrena”. Il saggio, con i suoi richiami teologici ed evangelici, da una parte costituisce la base per l’inizio di un processo di beatificazione per la nostra straordinaria Madre dei soldati caduti, ma è anche la riaffermazione di una verità profonda: Mamma Lucia è già beata nel cuore delle persone, per quello che ha fatto e rappresentato col suo messaggio di Pace e Solidarietà. E poi, naturalmente, significativo è stato il successo per la Notte Bianca del 5 gennaio, con la partecipazione di Big Mama e Nostalgia ‘90, come sempre un momento di grande festa collettiva. Molto atteso, infine, il concerto a lume di candela dell’Orchestra San Giovanni, diretta dal Maestro Keith Goodman, che si terrà sabato 1° febbraio 2025, alle ore 20.30 nella Chiesa di S. Francesco (con la partecipazione del violino solista Natalia Shestakova e del Soprano Anna Corvino). Giustamente il prof. Lamberti può affermare la sua soddisfazione: “Anche se c’è un cammino ancora da percorrere, non possiamo che essere fieri di quanto abbiamo prodotto e stiamo proponendo. Le istituzioni hanno dato il segno di una presenza attiva ed in linea con i gusti della popolazione, ma soprattutto sono stati gettati semi di cultura, di emozione, di riflessione, che permettono di contribuire a rafforzare un’identità collettiva e generare una linfa materiale e spirituale che faccia guardare al futuro con maggiore fiducia e speranza. Insomma, il sogno di una luce che non è la luce di un sogno ma può diventare realtà”. Franco Bruno Vitolo

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