Fece disperare anche un democristiano come Antonio Lombardi. L’ex Presidente della Salernitana le provò tutte, anche a metterlo a dieta. Ricordo ancora quel titolo in prima con tanto di fotomontaggio: Sette chili in sette giorni, da un film di Verdone. I tifosi granata ricordano benissimo Castori e i suoi amletici dubbi su Merino, giocatore estroso con buone qualità ma non sempre costante nel rendimento. Ma uno dei pochi, quando in giornata, ad accendere il motore granata. Per onestà intellettuale devo dire che l’intuizione di Lombardi, sulla carta non era sbagliata. Castori prometteva bene e il suo Cesena fece buonissime cose. Ma fallì il salto di qualità e dopo il miracolo Carpi, un ritorno all’anonimato, fino a diventare mister retrocessione, come dimostrano le ultime due stagioni. Prendendo l’anonimo tecnico e giusto per non farci mancare niente, ci siamo presi anche il figlio Marco come match analyst. Naturalmente se Castori è scarso non è colpa sua se viene a Salerno. E’ lo schiaffo, l’ennesimo, che Lotito, il proprietario della Salernitana, rifila in pieno volto ai tifosi della Salernitana. I pannicelli caldi dell’ambiente salernitano, di peggio ci sono solo le Sardine, gli ha permesso di gestire a suo piacimento il giocattolo Salernitana negli ultimi anni. Gli abbonamenti li ha fatti, gli incassi pure, le plusvalenze soprattutto. Alla faccia della tifoseria salernitana, capace di farsi fregare anche da una lettera o da un incontro romano. Lotito come il Marchese del Grillo ma non c’era bisogno di aspettare l’arrivo di Castori per capire l’aria che tira anche per l’anno prossimo. “Io sono io e voi non siete un cazzo (dixit e sono scusato)”: a meno di 24 ore dall’adunanza degli ultras la risposta del proprietario non si è fatta attendere. Qualche tifoso ha invocato l’intervento di De Luca perchè all’epoca consegnò la Salernitana a Lotito e Mezzaroma. A parte che nella scelta ci fu una condivisione con i tifosi, bisogna pur dire che l’idea si è rivelata giusta. La Salernitana è risalita imemdiatamente nei piani alti del calcio. Il guaio, e lo si sapeva, è arrivato con la serie B. I casi erano due: o la Salernitana andava in A e Lotito la vendeva oppure, come è successo, si galleggia in serie B tra alti (pochi) e bassi (moltissimi). Chi timidamente si è avvicinato a Lotito per acquistare la società è scappato per le esose richieste del patron che evidentemente non ha nessuna intenzione di lasciare la gallina dalle uova d’oro. Molti tifosi hanno fatto finta di non capire, si sono illusi, sopportando per anni offese su offese sia verbali che calcistiche e alla fine ci si ritrova con un pugno di mosche invano. Vorrei sapere quale tifoseria, in occasione del centenario della propria squadra, avrebbe sopportato sia quello che è successo sul campo, sia l’assoluta indifferenza della società nell’organizzare iniziative degne del cavalluccio. Il massimo sforzo è stato un triangolare all’Arechi, indegno anche per una squadra di terza categoria. Ora la palla passa ai tifosi. Con educazione, con passione, con fermezza: è il tempo delle decisioni irrevocabili. Altrimenti la storia finisce qui, il 10 agosto, dove la stella granata si chiama Castori. Ma fatemi il piacere
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