Castellabate. Nuovo sequestro per l’azienda che gestisce il Grand Hotel Santa Maria a Castellabate. L’operazione è stata portata a segno dai militari della Guardia di Finanza di Agropoli del comando Compagnia diretto dal Capitano Fabio Antonacchio. La struttura ricettiva del valore complessivo stimato di oltre due milioni di euro, è stata sottoposta ad un nuovo sequestro preventivo disposto dal Gip del Tribunale di Vallo della Lucania Carla Di Filippo. E’, quanto accaduto, la conseguenza di una dettagliata e prolungata fase di accertamenti eseguiti dalle Fiamme Gialle agropolesi, che hanno portato , nel corso del tempo, alla denuncia di dieci soggetti a vario titolo ritornati coinvolti nella vicenda per bancarotta fraudolenta . Ipotesi di reato che hanno riguardato, tra gli altri, due imprenditori samaritani che avrebbero, così come gli investigatori hanno accertato, commesso una serie di reati concernenti la bancarotta fraudolenta, il falso in bilancio, frode fiscale e sottrazione fraudolenta di pagamento delle imposte. Si tratta degli imprenditori Costabile Di Sessa e Stefano Carrano che nel giugno scorso finirono agli arresti nell’ambito della stessa inchiesta. Per ottenere tali risultati i due indiziati avrebbero dato vita al metodo delle così dette scatole cinesi ed utilizzato dei prestanome compiacenti. Questo nuovo provvedimento restrittivo è la conseguenza del prosieguo di indagini iniziate nel 2001 nei confronti di alcune imprese riconducibili ai due imprenditori di Castellabate finiti sotto la lente di ingrandimento della Procura. A quanto si evince dai risultati scaturiti dall’attività giudiziaria, queste società, sarebbero implicate nei tanti passaggi di proprietà dell’albergo in questione, finalizzati a sottrarre la struttura dal patrimonio di chi originariamente ne era proprietaria. In pratica quella società che nel 2009 per una serie di circostanze fu dichiarata fallita Andando avanti nella cronistoria degli eventi che hanno caratterizzato la cronaca di cui è stato suo malgrado protagonista il Grand Hotel, si giunge a giugno 2012. Una data che vide i due imprenditori finire in manette e la loro custodia cautelare in carcere. Ma il Gip dispose anche che due commercialisti ed un avvocato di Salerno fossero interdetti dal praticare la loro professione. E fu allora, in quella circostanza, che avvenne il primo sequestro della prestigiosa e lussuosa struttura alberghiera. Ma come già ribadito, le indagini non si fermarono ed andarono avanti per scoprire eventuali altre responsabilità o responsabili. In tale ambito sono emersi ulteriori elementi che proverebbero la distrazione fraudolenta dal patrimonio della società fallita dell’immobile in questione. Non solo ma ad esso va aggiunta anche la sottrazione di beni materiali ed immateriali, compresa la licenza rilasciata dal locale Comune. L’iter operativo dei baschi verdi agropolesi ha portato all’emersione di cinque imprese a cui fanno capo gli imprenditori ai quali si addebitano anche perduranti, continuate e gravi irregolarità contabili e fiscali messe in campo per coprire le distrazioni. Sia l’azienda che l’immobile, su disposizione del Gip sono stati affidati ad un custode giudiziale che gestirà la struttura in modo attivo per consentire ai dipendenti di poter salvaguardare il proprio posto di lavoro.
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