Pericolosita’ sociale, vari procedimenti penali a carico, tenore di vita sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. Sono queste le motivazioni con le quali la sezione Misure di Prevenzione della Corte di Appello di Salerno ha confermato il sequestro ai fini di confisca e il vincolo cautelare dei beni per un valore di 5,5 mln, gia’ sequestrati, per monsignor Nunzio Scarano. L’alto prelato, ex responsabile dell’Apsa in Vaticano, e’ coinvolto in un’inchiesta della procura di Salerno per riciclaggio, per un giro di false donazioni provenienti da societa’ offshore transitate su conti Ior intestati al religioso, per usura e per esercizio abusivo del credito. I giudici d’appello, oggi, rigettando il ricorso di Scarano, confermano il decreto di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale emessa a gennaio dello scorso anno dal tribunale diSalerno. Dalle indagini svolte dalla Guardia di Finanza, i magistrati inquirenti erano riusciti ad ottenere per il monsignore la custodia cautelare ai domiciliari in quanto vi sarebbe sia una evidente sproporzione tra le fonti economiche e i corrispondenti impieghi, sia di verificare l’origine e la natura del denaro utilizzato dal prelato. Gli investigatori, infatti, grazie ad una rogatoria internazionale, sono riusciti ad ottenere dall’autorita’ giudiziaria della Svizzera la documentazione bancaria da cui e’ emersa l’esistenza di societa’ offshore e la destinazione di quei “redditi non dichiarati” e, dunque, per l’accusa, illeciti.
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