Una pena più alta rispetto alla richiesta avanzata dal pubblico ministero. Ieri il giudice monocratico, Ubaldo Perrotta, ha disposto la condanna per tre persone accusate di aver raggiarato il professore, e noto politologo, Riccardo Pirro. Nello specifico Aniello Criscuolo, classe 1965 di Ascea è stato condannato ad un anno e sei mesi di reclusione. Un anno è stato disposto per Roberta Cappella, classe 1973 di Napoli, e Marco Buonomo, classe 1973 di Casalnuovo di Napoli. Inoltre il giudice del Tribunale di Salerno ha stabilito una provvissionale immediatamente esecutiva ed il pagamento delle spese processuali. Nelle more il pubblico ministero aveva chiesto otto mesi di carcere, un sostanzioso risarcimento danni. Nel procedimento si sono costituiti parte civile l’avvocato Antonio Calabrese, ed i legali Meo e Franco. L’accusa mossa nei confronti dei tre imputati era di concorso in truffa e di occupazione di suolo di proprietà privata ma il giudice ha riqualificato il reato in quello di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico ed in danneggiamento aggravato. Nello specifico gli imputati con artifici e raggiri consistiti nel dichiarare contrariamente al vero, nell’ambito della stipula del contratto di compravendita avente ad oggetto l’immobile sito in Vietri sul Mare costituito da terreno agricolo e connessi fabbricati rurarli, denominato Casino, intervenendo Croscuolo Aniello e Cappella Roberta, rispettivamente quale parte venditrice e parte acquirente che “il venditore era diventato proprietario per compiuta usucapione a seguito di possesso esclusivo, pacifico, pubblico ed ininterrotto ultraventennale”, inducendo in tal modo in errore il notaio rogante in ordine ai presupposti per il rogito del contratto e la conseguente trascrizione nei registri immobiliari dell’atto pubblico di compravendita”. Nello specifico compivano atti idonei e diretti in modo non equivoco a procurarsi l’ingiusto profitto consistente nell’acquisto della proprietà del predetto fondo con corrispondente danno per i cointestari dello stesso”. Inoltre viene contestata l’invasione arbitraria del fondo sito in Vietri sul Mare, località Fuenti e l’immobile esistente di proprietà di proprietà del professore salernitano (Riccardo Pirro) e di altre tre persone (Annamaria Giodano, Giulio Giordano e Vincenzo Pappalardo), dopo aver sostituito il lucchetto di chiusura di accesso alla proprietà, esposto per consuetudine e necessità alla pubblica fede in tal modo distruggendolo o comunque disperdendolo”.
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