di Arturo Calabrese
La tragedia di San Mauro Cilento, con la morte della 53enne Anna Materazzi in ospedali dopo cinque giorni di agonia e soprattutto dopo aver atteso per ben due ore i soccorsi, ha inevitabilmente acceso il dibattito politico sulla questione sanità in provincia di Salerno e nel Cilento. Argomenti che sembravano sopiti o almeno così si credeva.
La mancanza di un centro di assistenza sanitaria non è una criticità solo delle aree interne, elemento già di per sé molto grave, ma anche delle città cilentane. L’esempio più eclatante è quello di Capaccio Paestum dove il Psaut di Piazza Santini è attivo per dodici ore al giorno e cioè dalle 8.00 del mattino fino alle 20.00. Dalle 20.00 alle 8.00 è chiuso e, come riporta un triste e mesto cartello affisso all’ingresso, “per necessità chiamare il 118”. Per dirlo in parole povere, il Primo Soccorso Assistenza Urgenze Territoriali nelle ore serali e notturne a Capaccio Paestum non c’è.
Quando il problema è stato sollevato, ed era il mese di settembre, la giunta comunale allora guidata dal sindaco Franco Alfieri, oggi sospeso e ai domiciliari in attesa del processo, aveva fatto voti all’Asl. La si sollecitava “per la risoluzione di tutte le problematiche e criticità riguardanti il Psaut di Capaccio Scalo al fine di mantenere di nuovo il presidio operativo 24 ore su 24 e garantire adeguata assistenza medica a residenti e turisti”. Ovviamente nulla si è mosso. Dopo quattro mesi, il punto è ancora chiuso nelle ore notturne.
Nel mese di settembre, la presa di posizione dell’amministrazione comunale è stata molto pubblicizzata, quasi come se fosse stata la risoluzione dell’emergenza. In consiglio, ad Emanuele Sica si è risposto che era tutto in ordine, che non c’era alcun tipo di problema. Fumo negli occhi, ovviamente, come del resto è stato fatto per una lunga serie di argomenti negli ultimi anni. Non solo nelle aree interne, ma anche a Capaccio Paestum è vietato stare male nelle ore notturne.
Nel merito, interviene il consigliere Emanuele Sica
“Del ridimensionamento del Psaut di Capaccio Scalo e del rischio di chiusura definitiva si è discusso in più occasioni, sin dalla scorsa campagna elettorale, con un’interrogazione formale al sindaco nel consiglio comunale del 19 settembre 2024. In quell’occasione il sindaco aveva dichiarato di essersi già attivato presso gli organi competenti per ripristinare il servizio notturno e scongiurare la chiusura del presidio anche durante il giorno. Purtroppo, i timori espressi si sono rivelati fondati: non solo il servizio notturno, chiuso dal 16 settembre 2024, non è stato ripristinato né previsto, ma si evidenziano crescenti difficoltà a garantire regolarmente il servizio diurno.
Questa mattina, con un semplice avviso affisso all’ingresso e senza comunicazione preventiva agli utenti, il presidio è stato chiuso formalmente per la giornata odierna. Tuttavia, sembra probabile che il problema possa protrarsi nei prossimi giorni a causa della carenza di medici e personale infermieristico. Una situazione del genere, se confermata, rappresenterebbe un segnale grave di difficoltà nella gestione del servizio.
Non si tratta di fare polemica politica né di puntare il dito contro l’amministrazione, che in ambito sanitario ha poteri limitati, ma se questa sceglie di rimanere in carica per senso di responsabilità, è lecito pretendere che si assuma le sue responsabilità, difendendo i diritti della città e dei cittadini. Non si può accettare il ridimensionamento di un servizio così essenziale, né il rischio di perdere un presidio fondamentale per la salute pubblica.
La chiusura del Psaut costringerebbe i cittadini a rivolgersi al pronto soccorso di Battipaglia, con tutte le criticità che ciò comporta. Agropoli non dispone di un presidio adatto a trattare le emergenze e invia i pazienti a Vallo della Lucania, mentre i tempi di percorrenza verso nord sarebbero molto elevati. In caso di emergenze gravi, come un infarto, chi interverrebbe? Da dove partirebbe l’ambulanza?
Ci sarebbe un medico a bordo? Domande che rimangono senza risposta e che un’amministrazione realmente responsabile dovrebbe affrontare con urgenza, chiedendo all’Azienda Sanitaria Locale soluzioni rapide e concrete. È necessario che chi di dovere spieghi cosa sta accadendo e cosa debbano aspettarsi i cittadini di Capaccio Paestum e dei comuni limitrofi.
In ogni caso, non resteremo a guardare: faremo tutto il possibile per tutelare il diritto alle cure e all’assistenza sanitaria della nostra comunità”.