Se non è un terremoto poco ci manca. L’Autorità Portuale del Mar Tirreno Centrale, che ha competenza sulla gestione del porto di Salerno, ha revocato la concessione alla Luigi Soriente srl, società storica del comparto cantieristico e nautico. Il provvedimento nasce dal mancato pagamento, per intero, dei canoni di concessione del 2017. Secondo quanto si legge nella delibera numero 74 firmata dal presidente dell’Authority, Pietro Spirito, e dal segretario generale e ex commissario del Porto di Salerno, Francesco Messineo, la Luigi Soriente non ha ottemperato, entro il termine previsto del 25 maggio 2018, al pagamento di un residuo di 55mila euro a valere sulla passata annualità. Dalle quietanze in possesso dell’Autorità Portuale, infatti, risulta che a fronte di un dovuto dell’importo di 133.641,18 euro l’azienda ha corrisposto 78.673,13 euro. L’ultimo controllo viene effettuato il 28 giugno, con una verifica di tutta la corrispondenza tra la governance dell’area portuale e la Luigi Soriente. Da lì in poi inizia l’iter di revoce della concessione che si conclude il 3 luglio scorso con la stesura del provvedimento. Alla riunione del comitato di gestione oltre a Spirito e Messineo sono presenti Umberto Masucci e Luigi Iavarone, anche loro membri del comitato di gestione, e i revisori dei conti Emilia Scafuri, presidente del collegio, Venere Brignola e Alfredo Mazzei. La Soriente è una delle società storiche del porto di Salerno, dall’inizio del secolo scorso gestisce gli omonimi cantieri navali e negli anni ha assunto anche il controllo degli ormeggi per le imbarcazioni private. Non solo. L’azienda si occupa anche del rimessaggio e del noleggio barche. La Luigi Soriente è erede delle Officine Vincenzo Soriente, una delle prime attività del Sud Italia in ambito nautico. Sorprende, quindi, che una società di tale portata si trovi a vedere revocata la concessione. Secondo quanto apprende Cronache, però, Soriente e Autorità sono già in contatto per trovare un compromesso e avere altro tempo per provvedere alla regolarizzazione. Quello del pagamento dei canoni di concessione resta però un tallone d’Achille dell’Autorità Portuale, con numerose aziende non in regola.
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