di Erika Noschese
Rilanciare il turismo attraverso la valorizzazione delle aree intere. Questa, in sintesi, la proposta di legge presentata dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle nonchè presidente della commissione Aree interne a Palazzo Santa Lucia, Michele Cammarano che ha trovato il consenso del consiglio regionale.
Consigliere Cammarano, passa la sua proposta di legge per la promozione dei borghi campani. In cosa consiste?
«La proposta di legge punta al rilancio turistico e quindi alla rigenerazione economica, sociale e demografica dei nostri borghi. Questo lavoro è frutto di una fitta collaborazione con le associazioni di categoria e con esperti e specialisti in materia di turismo e di governo del territorio, con un’innovativa azione politica di bottom-up dove sono i cittadini e gli esperti a partecipare all’attività di produzione del documento legislativo di indirizzo regionale, ed è particolarmente importante per il nostro territorio perché raccoglie in un prodotto e in un’immagine unica i valori dei nostri borghi. Si prevede a tal fine la creazione di una rete ‘Borghi della Campania’ che sia integrata nelle principali reti turistiche nazionali e internazionali, dotata di un proprio brand, marchi specifici per identificare i vari distretti e di una segnaletica stradale illustrativa dei nuovi percorsi turistici. La rete sarà promossa attraverso una vasta azione divulgativa su internet e sui canali social maggiormente diffusi. I comuni potranno vedersi riconosciuto il brand ‘Borghi della Campania’ presentando la loro candidatura sulla base delle linee guida previste. Il momento storico è quanto mai propizio per implementare una serie di misure volte a promuovere una diversificazione dell’offerta turistica della nostra Regione, potenziando l’attrattività e la capacità ricettiva di tutte quelle aree territoriali che, pur ricche di storia, bellezze naturalistiche e produzioni enogastronomiche di pregio, non riescono a intercettare i principali flussi di visitatori a causa di una scarsa, o comunque inadeguata, attività promozionale. Una misura unica che mira a centrare due importanti obiettivi, aumentare diversificando il turismo campano e rigenerare socialmente ed economicamente i territori interni dei nostri borghi».
Lei in commissione aree interne sta portando avanti un lavoro importante. Come si combatte oggi lo spopolamento?
«Lo spopolamento nelle aree interne è una sfida significativa che molte regioni e paesi affrontano in tutto il mondo. Ci sono diverse strategie e politiche che possono essere utilizzate per combattere questo fenomeno e incoraggiare lo sviluppo e la crescita sostenibile in queste zone. Il governo, ad esempio, potrebbe offrire incentivi fiscali alle imprese che decidono di stabilirsi o espandersi nelle aree interne. Questi incentivi possono includere riduzioni delle imposte sul reddito, agevolazioni per l’acquisto di terreni o agevolazioni sulle tasse aziendali. Sarebbe inoltre opportuno migliorare le infrastrutture nelle aree interne, come le reti stradali, ferroviarie e di trasporto pubblico, per aumentare l’accessibilità e l’attrattività di queste zone per le imprese e le famiglie e lenire quella sorta di isolamento sociale che si crea in queste aree a causa dei disagi temporali esistenti per raggiungere i capoluoghi e i centri produttivi dove si concentra l’offerta di lavoro. È essenziale che queste strategie siano integrate e personalizzate in base alle specifiche caratteristiche di ogni territorio, coinvolgendo le comunità locali e tenendo conto delle esigenze e delle sfide specifiche di ciascuna zona. Inoltre, è importante garantire la sostenibilità economica, sociale e ambientale delle azioni intraprese per combattere lo spopolamento».
Lei ha richiesto un tavolo tecnico all’assessore Caputo per una serie di iniziative a tutela delle aziende colpite da tubercolosi bovina. Ci sono novità?
«Nel corso dell’ultima seduta di Consiglio regionale ho chiesto all’assessore Caputo, su suggerimento delle associazioni di categoria, di convenzionare degli stabilimenti del comparto caseario per la lavorazione del latte proveniente da allevamenti riconosciuti infetti, garantendo ai produttori colpiti un prezzo comunque remunerativo. Inoltre ho chiesto di avvicinare gli allevamenti marginali alla cultura della prevenzione del rischio e di intervenire su masaf ed agea per estendere i benefici a ristoro degli eventi catastrofali coperti da Agricat anche alle epizoozie, nonché sollecitare i rimborsi delle coperture assicurative che qualche allevatore più previgente ha stipulato negli scorsi anni con snellimento delle attuali farraginose procedure burocratiche. Infine, il riconoscimento da parte di Agea dello stato di circostanza eccezionale per epizoozia al fine di evitare la perdita dei premi comunitari richiesti in domanda di pagamento unica e psr, indennità compensativa, correlata alla mancata pratica di pascolamento per blocco delle movimentazioni».
Lei di recente ha proposto un treno di collegamento anche per Paestum. Idea fattibile secondo lei?
«Il Parco archeologico di Paestum è un patrimonio dell’umanità, uno dei siti più importanti al mondo che accoglie ogni anno circa 440 mila visitatori, con dati che sono in costante aumento. Benché l’area archeologica di Paestum sia una delle poche al mondo a poter vantare una stazione ferroviaria al suo interno, tale potenzialità non è ancora pienamente sfruttata, nonostante il crescente numero di turisti. Il miglioramento delle linee di trasporto per questo sito archeologico è potenzialmente realizzabile con il prolungamento della linea diretta da Roma, prevedendo oltre alla sosta a Pompei anche quella a Paestum o con l’introduzione di una linea che connetta i siti archeologici di Pompei e Paestum, consentendo ai fruitori di conoscere entrambi i siti».
Fonderie Pisano, lo stabilimento di via Dei Greci continua ad inquinare. È soddisfatto del tavolo tecnico al Comune di Salerno?
«Non può essere il registro tumori a dimostrare il nesso causa-effetto tra tumori della Valle dell’Irno ed i carcinogeni che potrebbero scaturire dalla presenza nella zona delle Fonderie Pisano. Uno studio mirato a questo scopo è stato fatto, lo studio Spes. Le Fonderie Pisano vanno chiuse. Del resto le preoccupazioni da me espresse sono condivise dai vertici istituzionali della Regione Campania, tanto che lo stesso presidente De Luca si è espresso sul tema in modo lapidario».
Nel 2020 lei ha lanciato una proposta di legge per aiutare i birrifici. Qual è il rischio che oggi si corre?
«Lo scenario per i birrifici artigianali è preoccupante. Alcune attività chiudono, altre riducono gli orari di operatività per contenere i costi, altre sono costrette a rallentare per la carenza di materie prime. Sostenere questo settore è fondamentale. Per questo siamo orgogliosi di aver dotato la nostra regione di una legge che promuove la produzione di birra artigianale tipicamente campana. Una norma alla quale ho lavorato con impegno, insieme ai tanti produttori di quello che è destinato a diventare un prodotto di eccellenza della nostra terra. Puntare sulla produzione birraia agricola e artigianale in Campania equivale a mettere in campo misure finalizzate a sostenere lo sviluppo della coltivazione delle materie prime impiegate per la produzione della birra, la valorizzazione degli elementi di tipicità e qualità e l’implementazione di processi innovativi nelle lavorazioni dei prodotti».
Provinciali 2024, quale ruolo giocherà il M5S?
«La nuova organizzazione territoriale del Movimento 5 Stelle è entrata nella sua fase più importante. Con la costituzione ufficiale dei gruppi territoriali e degli altri organi previsti dal nostro statuto affronteremo al meglio anche i futuri impegni elettorali. Da sempre lavoriamo confrontandoci con i territori, attraverso i sindaci, i cittadini, gli imprenditori e i giovani delle nostre aree per cercare di orientare le politiche regionali verso una visione locale di sviluppo. Anche per questo il ruolo della nostra comunità e di ogni attivista sarà determinante».
Come si può realizzare davvero il turismo ecosostenibile?
«La regione Campania dovrebbe sviluppare una strategia di pianificazione del turismo che consideri l’impatto sull’ambiente, la cultura e la società locale. Invece di concentrarsi solo sulle destinazioni turistiche più conosciute, bisognerebbe promuovere anche luoghi meno visitati ma altrettanto affascinanti, incoraggiando i turisti a esplorare una varietà di destinazioni e a scoprire le ricchezze naturali e culturali della nostra terra. Solo con un’azione collettiva e una forte determinazione si potranno raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e preservare le bellezze naturali e culturali della nostra affascinante regione».