Antonio Manzo
Un mostro di cemento a mare, ben quattro piani abusivi sulla spiaggia di Camerota , le carte si sono perse nel mare cilentano. Non ci sono più, le cercano gli investigatori, ma finora nulla. Del fabbricato indagato per abuso edilizio è stato realizzato su un terreno acquistato all’asta fallimentare e su una fetta di demanio pubblico, cioè la spiaggia, Ora non c’è più traccia delle carte. La procura di Vallo della Lucania non le trova. Il fascicolo è sparito. Diventa così difficile anche per i magistrati di Vallo della Lucania rintracciarle e sequestrarle perché non è un inchiesta qualsiasi a Camerota, nota come città dell’abusivismo edilizio impunito, tollerato e non visto da carabinieri, guardie forestali, guardie costiere, vigili urbani tutti impettiti nelle divise di un comune “bandiera bleu”. Come fare nell’Italia dove scompaiono le carte? Il pm di Vallo della Lucania allora si rivolge alla Soprintendenza ai Beni Ambientali, tentando una ricerca a ritroso negli uffici a partire dal Suap Cilento, scrive: “Per caso ve le trovate voi, nei vostri uffici le carte dell’operazione di devastazione edilizia Karim della società Vale?” chiede il pm che indaga. L’architetto Lorella Mazzella, solerte funzionaria della Soprintendenza, spulcia in archivio e non trova carte utili per la Procura. Scomparse anche qui, in Soprintendenza dove matura il sospetto che l’autore sia stato un architetto amico del costruttore. La pratica del Suap cilentano non è un carteggio qualsiasi non solo perché intreccia la speculazione di quattro piani in spiaggia ma porta con sé anche il sospetto del riciclaggio di danaro da parte dei clan della camorra di Marano e Quarto. Si tratterebbe di uno dei fallimenti pilotati di Vallo della Lucani già denunciato dall’ex pm antimafia di Salerno, Ennio Bonadies ora avvocato. Camerota non è solo una capitale cilentana del turismo salernitano ma è anche il comune dove perfino il sindaco Scarpitta, la moglie e la sorella sono stati raggiunti da ordinanze di abusivisno edilizio. Oltre che quella recente di condono edilizio intestata ad un noto politico dell’Agro nocerino sarnese, molto influente in un partito di Governo di Giorgia Meloni. La lettera Mazzella La pratica Kamarina della società Vale è intestata ad un imprenditore napoletano colpito da improvvisa ricchezza. Da nullatenente a milionario. Lui ora è anche un numero di archivio del Suap Cilento n. 132/18. La funzionaria della Soprintendenza prende carte e penna e scrive: oggetto, richiesta trasmissione Atti “Con riferimento alla pratica di cui in oggetto (società Vale, progetto Kamarina; n.d.r.) , non rinvenuta agli Atti di Ufficio, nello spirito di collaborazione istituzionale si chiede agli enti in indirizzo la trasmissione, preferibilmente a mezzo Pec, di copia integrale di tutti gli atti connessi alla istanza, compresi i pareri resi da questa Soprintendenza. Si segnala l’urgenza della richiesta, dovendo rispondere anche alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania”. Firmata architetto Mazzella. Il riciclaggio nelle aste fallimentari Il capitolo del riciclaggio e reinvestimento di denaro della camorra nelle procedure esecutive immobiliari del Tribunale di Vallo della Lucania è ancora aperto. E si arricchisce anche di inediti capitoli di rapporti tra avvocati e banche. Nei giorni scorsi sarebbe stato arricchito di nuovi risvolti in ordine ad un fallimento di un albergo di Palinuro. A sollevare la questione è l’avvocato Ennio Bonadies che inviò una nota all’allora presidente della commissione parlamentare antimafia, il senatore Nicola Morra. Bonadies si dichiarò, e si dichiara tuttora pronto a fornire i documenti necessari . L’avvocato Bonadies, per sei anni addetto alla Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Salerno ha trattato prevalentemente indagini e processi di criminalità organizzata, i più rilevanti dei quali a carico anche di vari magistrati, prevalentemente napoletani, collusi con la criminalità organizzata. Nella veste di avvocato ha trattato e sta trattando vicende inerenti procedure espropriativo-immobiliari del Tribunale di Vallo della Lucania, in due delle quali, inerenti strutture immobiliari a Marina di Camerota (la n. 52/2011 della struttura turistico-alberghiera della “Arco Iris sas” – rilevata per euro. 1.001.111,00 dalla neocostituita ‘Vale srl – e la numero 8/2014 del ristorante-albergo ‘Acquario’, rilevata per euro 620.000,00 dalla neocostituita ‘Vera Marina Resort s.r.l.”)), Bonadies sostiene di aver “ravvisato il probabile riciclaggio e reinvestimento di danaro della camorra a mezzo di prestanomi, agevolato – a suo parere- dalla superficiale trattazione del Giudice dell’ Esecuzione che ha svenduto gli immobili e dei Pubblici Ministeri e Gip di Vallo della Lucania che hanno archiviato le denunce degli esecutati, nonchè dalla collusione di vari protanonisti della custodia giudiziaria. Il sindaco di Camerota Scarpitta dopo la svendita della struttura della “Arco Iris sas” autorizza il faraonico progetto turistico-alberghiero “Kamarina’ presentato dalla “Vale srl, con contestuale cessione dal Comune non proprietario di metri quadri 121,90 di demanio marittimo. Le indagini preliminari effettuate dal Gico della Guardia di Finanza sulla ‘Vale srl’ e suo legale rappresentante Alessandro Carandente accertano l’incapacità economica e l’assenza di mutuo per l’acquisto dell’immobile. Inoltre, l’imponente ristrutturazione in atto del progetto turistico-alberghiero Kamarina viene approvato con favorevole relazione dell’ex dirigente Utc, architetto Antonietta Coraggio, viene presentato in grande stile dal sindaco Mario Peppe Scarpitta con una conferenza stampa. Ma non c’è traccia alcuna dei quattro piani ora realizzati. Il triangolo Una serie di inchieste delle procure di Vallo della Lucania e di Lagonegro intrecciano anche le vicende politico-amministrative di tre comun cilentani. Il pur piccolo comune di Torraca sarebbe stato al centro di vicende elettorali maturate anche con falsi elettori. La paziente ricostruzione inquisitoria del pm Dario Mogavero avrebbe offerto un quadro devastante della gesione elettorale del comune di Torraca con personaggi che compaiono anche nelle ricostruzioni degli incidenti tra concessionari del porto di Sapri..





