Ragazzini vestiti come camorristi, tatuati come camorristi, che imitano i personaggi di certi film il cui effetto è “devastante”. Dunque, sì, “ha ragione il ministro Piantedosi, il problema è culturale e bisogna intervenire a 360 gradi, ma c’è una risposta che bisogna dare adesso e l’unica risposta è istituire un assedio di tipo militare”. Vincenzo De Luca non aveva commentato finora i fatti di Caivano. Non voleva unirsi, spiega il governatore della Campania, “all’insopportabile coro delle solidarietà pelose”. Ma ora, all’indomani dell’annuncio di Giorgia Meloni, interviene per dire che sarà al fianco della premier nella visita al Parco Verde: un’iniziativa “importante, un atto simbolico significativo”, a patto che, però, “dietro agli impegni assunti dal presidente del consiglio ci sia la sostanza”. Parlando con i giornalisti a margine di una conferenza stampa su tutt’altro tema, De Luca parte dall’inizio. “È stato devastante – dice – l’effetto diseducativo di alcune trasmissioni televisive che riguardavano il fenomeno della camorra. Abbiamo un’intera generazione che si veste come quelli che hanno visto nei telefilm, che parla come i protagonisti degli sceneggiati, che hanno gli stessi tatuaggi, lo stesso linguaggio gergale”. Non solo: “c’è un’esplosione di sessuofilia sui social, con giovanissimi alle prese con immagini sconvolgenti” e dunque “sicuramente c’è un problema culturale. Un problema complesso che riguarda i modelli culturali che abbiamo trasmesso ai giovani di Caivano, ma non solo di Caivano”. Ciò impone di “intervenire a 360 gradi, occorre coinvolgere le famiglie e le scuole”. Ma tutto ciò “richiede tempi lunghi, mentre noi dobbiamo rispondere per l’oggi”. “Caivano è l’inferno in terra, ma questo lo sapevamo già da quando hanno scaraventato dall’ultimo piano la piccola Fortuna dopo averla violentata. E poiché è un inferno in terra, l’unica risposta è istituire uno stato d’assedio militare. E’ un’espressione forte – ammette De Luca – ma non riesco a trovarne un’altra. Dobbiamo dire con grande spirito di verità che a Caivano lo Stato non esiste, nonostante l’impegno di forze dell’ordine estremamente limitate. Serve uno stato d’assedio come si fa quando mandiamo i reparti militari nei luoghi di guerra. Dobbiamo decidere che per un anno bisogna togliere l’aria ai delinquenti che trafficano in droga. E bisogna farlo senza perdere tempo, perché ci sono risposte che vanno date oggi”. Le uniche date finora, secondo De Luca, sono arrivate proprio dalla Regione, che ha tra l’altro realizzato due campi sportivi, speso 1,2 milioni per 4 scuole, destinato quasi un milione alle attività di ascolto e di aiuto alle famiglie. “Dobbiamo fare ancora di più”, afferma il governatore, ma la prima cosa da affrontare è “il problema sicurezza perché senza questo stiamo perdendo tempo, a Caivano come in altri territori della Campania, dove la vita di un essere umano vale 500 euro. A chi vogliamo chiedere di fare lotta alla camorra, a un padre di famiglia che sta in queste condizioni? Ci prendiamo in giro”.
LA RISPOSTA DI NAPPI
“La speculazione sull’orrore non è assolutamente consentita, per di più se si parla della violenza subita da due bambine”. Lo afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania. “Ma non stupisce – aggiunge Nappi – che un tale tipo di atteggiamento contraddistingua il presidente della Campania che, anche sui gravi fatti del Parco Verde, arriva a spacciare misure di carattere generale che trovano applicazione in tutta la regione attraverso fondi ordinari, per giunta nazionali, per interventi specifici di contrasto all’emergenza che interessa Caivano. Siamo di fronte all’ennesimo capitolo dell’ossessione di protagonismo di cui è ‘affetto’ il governatore che, con la solita faccia di bronzo, invece di tacere e di riconoscere le responsabilità per quello che in più di 8 anni la Regione non ha fatto anche per Caivano e i suoi cittadini, torna a raccontare balle e prende in giro la comunità”.