di Andrea Pellegrino
La vicenda è riportata nel romanzo “Il Camorrista”, diventato poi un film di Giuseppe Tornatore. Si descrive la trattativa tra Raffaele Cutolo ed alcuni uomini dello Stato. Il riferimento è al sequestro Cirillo che nel film diventa l’assessore Mimmo Mesillo. Il professore di Vesuviano rassicura: «Domani arriveranno io terroristi, farò tutto il possibile per salvare la vita all’assessore».
Ma di questa trattativa la certezza non c’è mai stata e forse, ad eccezione di un presunto memoriale consegnato nelle mani di un notaio, non ci sarà mai.
Il rapimento di Cirillo, avvenuto il 27 aprile dell’81, costò la vita all’agente di scorta Luigi Carbone e all’autista Mario Cancello mentre il segretario particolare del politico, Ciro Fiorillo, fu gambizzato. L’assessore democristiano venne liberato il 24 luglio a Poggioreale in seguito al pagamento di un riscatto di 1,45 miliardi di lire, avvenuto il 21 luglio su un tram per Centocelle. Furono le stesse Brigate Rosse a renderlo noto. Nella vicenda Cirillo furono tirati in ballo i servizi segreti e il boss Raffaele Cutolo, ipotizzando la sussistenza di un accordo Stato-camorra per il suo rilascio. Nel 1988 il giudice Alemi chiamò in causa anche uno dei massimi esponenti della Dc dell’epoca, Antonio Gava. Cirillo ha più volte confermato il pagamento di un riscatto ma ha smentito l’altra ipotesi. “La verità l’ho detta in tutti questi anni – diceva – Ogni altra trattativa posso escluderla”.
Ieri all’età di 96 anni è deceduto, portando con sé migliaia di segreti. Oggi si terranno i funerali a Torre del Greco, alle ore 16.30 nella chiesa dei Carmelitani Scalzi a corso Vittorio Emanuele.
Cirillo, prima di approdare alla Regione Campania, era stato a lungo anche presidente della Provincia di Napoli. Dopo la sua liberazione, Cirillo lasciò la politica, su richiesta esplicita dalla Dc. “E’ stata una delle cose più brutte dell’intera vicenda legata al mio sequestro da parte delle Br”, commentava Cirillo.
L’ultima uscita pubblica è dell’anno scorso, quando decise di festeggiare insieme a figli, nipoti e gli altri parenti i suoi 95 anni. Era il febbraio del 2016 quando convocò i suoi cari al Circolo Nautico di Torre del Greco per un pranzo al quale presero parte diversi amici politici della vecchia Democrazia Cristiana, in particolare della città vesuviana dove risiedeva. Per l’occasione fu presente anche il sindaco Ciro Borriello che ricorda così Cirillo: «Se ne va un importante esponente politico degli anni Settanta e Ottanta della Regione Campania. Questo deve essere solo il momento del ricordo, un ricordo che oltre a Cirillo va esteso alle famiglie delle due vittime del drammatico rapimento del 1981 in via Cimaglia. Ebbi modo di trascorrere con lui alcune ore in occasione della festa per il suo novantacinquesimo compleanno e fu prodigo di considerazioni importanti sul momento politico e sulle condizioni della città, che ha sempre portato nel cuore. Ai suoi cari, e in particolare ai figli, va la mia vicinanza in questo momento molto difficile».