Adriano Rescigno
Si ai militari a presidiare le discariche della Campania. Questa è la sintesi del lungo intervento del vice presidente della Giunta regionale Fulvio Bonavitacola, il quale, durante il dibattito monotematico tenutosi in Consiglio regionale ieri pomeriggio, incentrato sull’incendio che ha colpito una ditta di rifiuti a San Vitaliano, nell’interland napoletano, agli inizi di luglio, ha affermato: «Forniremo in maniera tempestiva al governo l’elenco con le localizzazioni degli impianti, affinche’ il programma sia messo in atto». «Guardiamo con interesse – ha continuato Bonavitacola che nella distribuzione degli assessorati ha tenuto per se la delega all’ambiente – alla proposta del Governo di attrezzare un presidio militare per tutti i siti destinati a impianto rifiuti, che solo in Campania sono oltre mille». Il discorso del vice De Luca ha toccato non solo l’esigenza di sicurezza per i siti di discarica in un ragionamento che tende ad arginare allo zero gli atti criminosi ai danni delle discariche, ma anche alla loro sicurezza interna con una idonea manutenzione: «In molti siti di stoccaggio – ha affermato – sono cresciute vegetazioni, erbacce molto pericolose che possono essere elemento di contagio e innesco di combustione con i rifiuti. Abbiamo, quindi, programmato, e ora partira’ – ha aggiunto – un monitoraggio con presidio e prevenzione sul fenomeno degli incendi nelle sue diverse articolazioni ed espressioni. Il problema dei rifiuti e’ ampio – ha sottolineato – Abbiamo il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti, dell’addensamento attraverso siti non autorizzati, cioe’ discariche incontrollate diffuse, il piu’ preoccupante fenomeno degli incendi nei siti, dove ci sono impianti industriali che trattano rifiuti». Non solo discariche però, dalla filippica dell’avvocato vengono toccati anche i siti di stoccaggio temporanei: «Un altro fenomeno – ha concluso – riguarda i siti adibiti a discariche autorizzate o stoccaggi temporanei, come le famose ecoballe, poi divenuti discariche. E’ un programma di vigilanza e prevenzione nei trenta siti di discarica utilizzando i lavoratori dei consorzi di bacino».