Bombe e pistole nascoste in casa, arrestati Franco e Aniello Apicella - Le Cronache
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Bombe e pistole nascoste in casa, arrestati Franco e Aniello Apicella

Bombe e pistole nascoste in casa, arrestati Franco e Aniello Apicella

Nascoste in un appartamento di corso Mazzini a Cava de’ Tirreni 4 bombe carta artigianali e 5 pistole con munizionamento che per gli inquirenti sarebbero servizi a compiere attentati e ulteriori azioni malavitose a danno di imprenditori e attività commerciali. In manette il 49enne Franco Apicella, alias ‘o cravunar, e il figlio incensurato Aniello di 21 anni. Entrambi sono finiti in carcere a Fuorni con l’accusa di detenzione di materiale esplodente e possesso illegale di armi da sparo con relative munizioni di vario calibro. Le condizioni dei due potrebbero aggravarsi se quel materiale trovato avesse in qualche modo avuto a che fare con gli ultimi attentati che si sono susseguiti a Nocera Inferiore. Azioni criminose contro attività commerciali eseguite sia a colpi di pistola che a suon di bombe carte. L’operazione è stata firmata giovedì sera dai carabinieri del comando provinciale di Salerno sotto il coordinamento della Procura di Nocera Inferiore (pubblico ministero Marco Fiorillo) guidata da Antonio Centore. Il blitz è scattato proprio nell’ambito di specifici controlli straordinari del territorio, intensificati e disposti dal Comando Provinciale Carabinieri di Salerno, a seguito infatti dei gravi reati commessi nel comune capofila dell’agro-nocerino sarnese negli ultimi mesi: i militari dell’Arma hanno così effettuato, soporattutto nell’area nord del Salernitano, molteplici perquisizioni domiciliari. E da un fiuto investigativo gli uomini della Benemerita sono poi arrivati nel centralissimo corso Mazzini di Cava de’ Tirreni dove, in un appartamento che si ritiene nelle disponibilità degli Apicella ma che in realtà non sarebbe loro, sono state rinvenute le cinque pistole con munizionamento di vario calibro e quattro bombe carta dall’enorme potenziale esplosivo. Quella casa sarebbe stata usata, per gli inquirenti, proprio da padre e figlio come deposito per custodire il materiale e così giovedì sera sono stati raggiunti dai militari dell’Arma e ammanettati per essere trasferiti in cella a Fuorni dopo le formalità di rito in caserma. E sono in fase di approfondimento le responsabilità dei due per i quali indaga la Procura della repubblica del Tribunale nocerino che dovrà chiarire la provenienza delle armi nonché il loro possibile coinvolgimento in azioni delinquenziali sul territorio. Tra questa mattina e lunedì, difesi dall’avvocato Teresa Sorrentino, i due compariranno davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia che sarà effettuato in carcere a Fuorni.