Bilancio 2022: assessora, per favore, dica che il disavanzo è debito! - Le Cronache
Ultimora

Bilancio 2022: assessora, per favore, dica che il disavanzo è debito!

Bilancio 2022: assessora, per favore, dica che il disavanzo è debito!

di Alfonso Malangone*
Il progetto di Bilancio Consuntivo 2022, da deliberare nel corso del Consiglio del 30 prossimo, chiude con una riduzione del Disavanzo, da € 169,9 milioni a € 162,3, per un importo che rispetta la rata di rientro concordata con il Governo per l’applicazione del decreto Aiuti. Così, ai cittadini si potrà dire che ‘tutto è a posto’, anche se è possibile che molti di loro possano chiedersi cosa sia “a posto”, non conoscendo appieno la natura del Disavanzo. Sull’argomento, in verità, non sembra siano state fornite spiegazioni da parte dell’Assessora competente, né siano presenti utili commenti nelle Relazioni allegate ai Bilanci annuali. Di più. A fine Maggio 2022, in occasione dell’approvazione del Consuntivo 2021 con un Disavanzo di ben € 169,9 milioni, che fu causa del ricorso al decreto Aiuti, l’Assessora confermò la presenza degli indispensabili equilibri finanziari dichiarando: “non siamo né in dissesto né in pre-dissesto e non siamo costretti ad aderire a questo decreto (cioè: decreto Aiuti), ma sarà una scelta meditata…se ci saranno elementi di convenienza”. Appena il giorno dopo, però, dichiarò che: “il ripiano del disavanzo, è questa la nostra principale preoccupazione”. Così, è naturale il dilemma nelle menti della maggior parte dei cittadini: “se c’era l’equilibrio, perché c’era anche il disavanzo”? E, quindi: “cosa misura davvero il disavanzo”? Questa è una domanda alla quale è necessario dare una risposta.
Bisogna ripetere, in premessa, quanto già chiarito in altra occasione e, quindi, che esso non rappresenta il totale dei debiti dell’Ente, ma è frutto dello sbilancio tra le poste contabili delle entrate e delle uscite future, detto grossolanamente. La sua altezza, in negativo, rivela la concreta difficoltà dell’Ente di offrire, con regolarità, servizi istituzionali adeguati, per quantità e qualità. Che ci sia del vero, in questo, lo prova lo stato delle condizioni della Città, priva di pur minime manutenzioni. Sinteticamente, si può ben sostenere che il Disavanzo sia un ‘marcatore’ di allarme dell’efficacia e dell’efficienza della gestione amministrativa. Detto questo, però, avrebbe certamente ragione chi sostenesse di non aver capito alcunché. Per fare chiarezza, nell’apparente assenza di adeguate spiegazioni ‘tecniche’, è necessario ricorrere a una dichiarazione del 2015 attribuita al Sindaco di quel tempo della Città di Lecce. In una lettera indirizzata ai suoi concittadini, egli dichiarò che: “il disavanzo non deriva da uno scompenso nella gestione dei conti…ma…esiste in quanto…milioni di crediti non riscossi hanno finanziato debiti già scaduti. Dal 1998 ad oggi, per tenere i bilanci in equilibrio, abbiamo indicato in entrata crediti di dubbia esigibilità con i quali abbiamo finanziato spese certe (assumendo debiti)”. E, aggiunse: “Questo significa che sono stati dichiarati esigibili crediti che tali non sono…siamo riusciti in questi anni a realizzare un doppio fallimento: aumentare la spesa corrente senza migliorare la qualità dei servizi…per una ragione semplice: abbiamo utilizzato molte risorse non per investirle nella Città ma per aumentare il consenso. E’ un messaggio chiaro: il Disavanzo rappresenta l’altezza dei debiti assunti in sostituzione della ricchezza ‘mancante’, rappresentata da crediti ‘vuoti’, non esigibili perché privi di contenuto concreto. Meglio, il Disavanzo è la quantità di debito in eccesso rispetto alla possibilità dell’Ente di assicurarne la copertura con regolarità. Così, il residuo attuale di € 162,3 milioni costituisce l’ammontare ‘non giustificato e non sopportabile’ che dobbiamo ripianare fino all’integrale assorbimento. Applicando questo principio, l’importo massimo del debito finanziario/commerciale al 31/12/2022 avrebbe dovuto essere di € 340,09 milioni invece di € 502,3 dichiarato nel Consuntivo (€ 503,2 – € 162,3). Così, adesso, sappiamo che dovremo pagare fino al 2044 per rientrare nei limiti, mettendo da parte quest’anno € 18.589.969,62, per rispettare il piano di rientro, con più Irpef, più tributi, nuove imposizioni e anche con la (s)vendita dei beni comuni, quelli che costituiscono il patrimonio dell’intera Comunità e che dovrebbero essere conservati a favore delle future generazioni, non utilizzati per pagare gli errori di quelle del passato. Perché, in verità, molte scelte improprie sono state fatte, viste le condizioni dell’ambiente, della mobilità, delle aree verdi, dello sport nei quartieri, dell’assistenza. In sintesi, della qualità della vita. Non ci può stupire di essere al 97° posto, in Italia, su 107.
Purtroppo, il Bilancio è un documento oscuro che tratta una materia ancora più oscura. Per questo, non è oggetto di molte attenzioni, benché costituisca il ‘metro di misura’ della gestione dell’Ente. E’ auspicabile che, nel corso del prossimo Consiglio, qualcuno possa fare chiarezza su tutto questo, magari spiegando cosa siano quei crediti futuri per € 435.402.037,66, quasi il doppio delle Entrate annuali (!), tra i quali si distinguono € 107,9 milioni per Tari, € 78,4 per Multe, € 44,2 per Imu/Irpef, € 5,1 per Fitti (fonte: Bilancio). Sarebbe utile saperlo, perché il decreto Aiuti dispone che tutto ciò che non si incasserà dovrà essere recuperato a carico dei cittadini (fonte: contratto). Tra l’altro, per sistemare le cose, i Consiglieri dovranno approvare il nuovo elenco dei beni da alienare tra i quali sono stati inseriti palazzi e uffici in fitto, spiagge e altro ancora. Tutto questo, mentre si progettano opere milionarie, davvero esorbitanti, da coprire con mutui e conseguenti maggiori quote annuali di rimborso. E, quindi: “chi pagherà vecchio e nuovo”? E’ da auspicare che i Consiglieri votino secondo coscienza, non ‘per fiducia e appartenenza’ (fonte: Consiglio). Se, infatti, la Città dovesse uscirne dissanguata, non sarebbe facile coprire le proprie responsabilità, perché ben consapevoli che il Disavanzo non è un numero astratto, ma rappresenta il maggior debito che la Città non avrebbe dovuto assumere. Riflettere, sarebbe giusto. E, magari, anche chiedere scusa a chi è costretto a una vita di sacrifici per aver avuto fiducia.
*Ali per la Città