di Marta Naddei Avrebbe dovuto accogliere la nuova biblioteca multimediale comunale ma oggi palazzo Fruscione è tutto ed il suo contrario. Meno che, però, il luogo in cui cercare, sfogliare o leggere un libro o una sua moderna versione web. Insomma, una destinazione d’uso completamente differente rispetto a quella prevista e per cui il Comune di Salerno ha ricevuto – sulla base del progetto presentato – un finanziamento europeo per il suo recupero. Dunque, ci sarebbe qualcosa che non torna così come sottolineato dall’associazione culturale Laboratorio 20. In particolare è stato Alfonso Gambardella, uno dei soci, a prendere carta e penna per scrivere alla Commissione Europea (Politiche regionali e urbane) e alla Giunta Regionale della Campania) in merito «all’uso a nostro avviso difforme» – dicono da Laboratorio 20 – dello stabile. Come di prassi a Salerno, palazzo Fruscione è stato protagonista di molteplici inaugurazioni al termine dei lavori di ristrutturazione: dopo la ufficiale data del 21 settembre 2013, le attività nello storico palazzo hanno visto la luce soltanto a partire da ottobre 2014 e – stando alla denuncia di Laboratorio 20 – nessuna di esse è risultata essere in linea con quanto disposto con l’originaria destinazione d’uso. Insomma, di biblioteche multimediali nemmeno l’ombra. «Il professor Mario Dell’Acqua – scrive Gambardella nella sua lettera – nella pubblicazione per presentare gli “appunti del cantiere di restauro” alle pagine 35 e 36 scrive: “Palazzo Fruscione ospiterà la biblioteca comunale”, perché vi “è disponibile a piano terra uno spazio mostra e un book office. Al primo livello un raccolto auditorium, e ai livelli superiori adeguati spazi di lettura e lavoro per la biblioteca”. Il tutto in assoluta coerenza con il contenuto della Scheda tecnica di palazzo Fruscione presente nella documentazione elaborata dalla amministrazione individua l’importanza di palazzo Fruscione e ne propone la destinazione d’uso di biblioteca comunale. Riconfermando questa destinazione, l’amministrazione comunale intende realizzare la prima biblioteca multimediale comunale”». Peccato che, però, tutto questo non abbia mai visto la luce. «L’utilizzazione episodica del Palazzo – prosegue Gambardella nella sua missiva – contraddice in maniera evidente la destinazione prevista negli atti comunali e negli atti progettuali, e ovviamente la assegnazione dei fondi europei. Il perseguimento della destinazione Biblioteca, rispetto a quella finora effettuata, costituirebbe occasione di ulteriore valorizzazione del centro storico, dal punto di vista culturale, e non solo, considerata anche le numerose potenzialità di una struttura del genere». Quello di palazzo Fruscione non sarebbe però il primo caso in cui una struttura comunale viene utilizzata con uno scopo differente rispetto a quello prefissato: è accaduto ad esempio al complesso monumentale di Santa Sofia per il quale era prevista la destinazione a sede di associazioni o al vecchio teatro Pacini, diventato “Teatro del corpo”, ovvero sede di un corso di pilates. Insomma, diversi tasselli che compongono un unico mosaico: quello per il quale – scrive ancora Gambardella – vi è una totale «mancanza di un’idea un minimo programmatica che abbia come obiettivo la valorizzazione dello spazio nell’interesse e con la partecipazione di tutte le forze culturali e sociali della città. una destinazione aperta alla cittadinanza, e non a pochi soggetti, poteva essere prevista con la realizzazione di un auditorium capace di rispondere alla richiesta di spazi pubblici che vanno sempre più riducendosi in questa città, per iniziative culturali e di spettacolo».
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