Il prolungamento del coprifuoco alle 22:00 sino al 31 luglio vorrebbe dire impedire di fatto ogni attività all’aperto come teatro, danza, lirica, cinema e attività musicali di qualsiasi natura, penalizzati da evidenti motivi di natura logistica. Cantare e suonare o anche solo assistere ad uno spettacolo prima che il sole tramonti in luoghi come l’Arena di Verona, tanto per citarne uno, è praticamente impossibile considerate le elevate temperature presenti nelle calde giornate estive (a proposito dell’Arena di Verona, mi sembra oltremodo ingiusto ridurre la capienza a soli mille spettatori, quando la sua capienza effettiva è di circa quattordicimila spettatori. Sono il primo a voler lavorare in sicurezza e soprattutto che la stessa venga garantita al nostro amato pubblico, ma credo anche che debbano esserci delle limitazioni -giuste- in proporzione a ciascun luogo. Ma questo è un altro discorso….). Dovrebbe, poi, essere garantito a pubblico e lavoratori dello spettacolo il rientro giustificato oltre le 22:00 senza rischiare di incorrere in una sanzione, considerando i tempi di durata di uno spettacolo (ci sono spettacoli che durano oltre tre ore esclusi gli intervalli, obbligatori per legge tra l’altro). Se vogliamo davvero far ripartire lo spettacolo dal vivo c’è bisogno di assumere decisioni che prendano sul serio questo settore e il suo impatto sul contesto circostante, e soprattutto l’indotto che genera in termini economici. Credo dunque che le indicazioni riguardo il ridotto rischio di contagio, nei teatri ed in particolare all’aperto, impongano un ripensamento importante. L’Italia non può e non deve dimenticare che la cultura e il turismo sono le sue principali fonti di ricchezza. Biagio Pizzuti, cantante lirico
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