
Roccapiemonte/Nocera Inferiore. Bancarotta documentale della Compost Campania: assoluzione per Rosaria Granata (moglie di Gaetano Ferrentino, l’imprenditore di Roccapiemonte deceduto nel 2016) e per Anna Fotia di Mercato San Severino, quest’ultima ritenuta all’origine prestanome dello stesso Ferrentino. Il Tribunale di Nocera Inferiore (presidente Russo Guarro) ha dichiarato di non doversi procedere nei confronti delle due donne difese rispettivamente dagli avvocati Gaetano Leo e Roberto Lambiase ed ex factotum legale della società appartenuta a Gaetano Ferrentino, l’imprenditore rocchese finito nello scandalo dei rifiuti. Le accuse erano di bancarotta documentale della società che aveva avuto in gestione un impianto di compostaggio su autorizzazione della Procura di Santa Maria Capua Vetere e del Tribunale di Nocera Inferiore dal 2011 al 2016 e che in precedenza era appartenuto alla società So.rie.co sempre riconducibile a Gaetano Ferrentino. Già in preliminare il gup nocerino dell’epoca Alfonso Scermino soprassedendo alla richiesta di rinvio a giudizio, dispose ulteriori approfondimenti investigativi che erano stati effettuati dalla Procura di Nocera Inferiore ma che un altro giudice di Nocera Inferiore aveva ritenuto non soddisfacenti, disponendo la restituzione del fascicolo al pubblico ministero. Per gli inquirenti dietro la Compost Campania si celava un accordo silenzioso tra alcuni magistrati e gli stessi proprietari della stessa Compost Campania volto a consentire a Ferrentino di riavere di fatto la disponibilità dell’impianto di smaltimento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani che la stessa magistratura gli aveva precedentemente tolto con la famosa indagine Chernobyl, indagine nella quale lo stesso Ferrentino fu assolto. Nel corso del dibattimento che è andato avanti per anni Rosaria Granata si è difesa sostenendo di essere completamente estranea alla vicenda, in quanto dal 2013 ( i fatti contestati risalgono al 2015) dopo essere stata travolta dal terremoto giudiziario insieme all’allora pubblico ministero delle Ecomafie Donato Ceglie, non si occupò più delle vicende societarie della Compost Campania, lasciando la gestione dell’azienda nelle mani del marito e dei suoi stretti collaboratori. La donna ha anche scagionato dalle accuse la sanseverinese Anna Fotia. Per l’imputata Granata sarebbero stati gli stessi magistrati titolari dei fascicoli e gli organi nominati dalla Fallimentare del Tribunale di Nocera Inferiore a pretendere di ricorrere alla figura della prestanome della Fotia alla guida (soltanto formale) della Compost Campania.