Azione è in campo per il referendum Giustizia: "votiamo convintamente sì" - Le Cronache
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Azione è in campo per il referendum Giustizia: “votiamo convintamente sì”

Azione è in campo per il referendum Giustizia: “votiamo convintamente sì”

di Erika Noschese

Azione in campo a favore del referendum Giustizia. Il prossimo 12 giugno, infatti, i cittadini saranno chiamati al voto per rispondere a cinque questi che, seppur parzialmente, andranno a riformare il sistema Giustizia che oggi mostra importanti lacune che andrebbero colmate. Per l’occasione, il partito di Calenda ha organizzato per il prossimo 4 giugno, alle ore 10.30 presso il Salone del Gran Caffè Moka l’incontro “Le ragioni del sì, in attesa di una riforma organica della giustizia” con il segretario provinciale di Azione, Antonio D’Alessio; il coordinatore provinciale dei tavoli telematici Luca Monaco; il segretario cittadino Donato D’Aiuto; l’avvocato Cecchino Cacciatore del foro di Salerno; Patrizio Rovelli, avvocato del foro di Cagliari e il vice segretario nazionale del partito Andrea Mazziotti. A chiarire la posizione di Azione è proprio il coordinatore cittadino D’Aiuto, anticipando la volontà di votare “convintamente sì” ai cinque quesiti referendari.  Avvocato, il 12 giugno i cittadini saranno chiamati al voto per il referendum Giustizia. Cosa ne pensa? “Io ritengo – così come più volte detto anche dal vice segretario del partito, l’avvocato Andrea Mazziotti – che la giustizia vada riformata in Parlamento. I cinque quesiti per i quali siamo chiamati a votare il prossimo 12 giugno di sicuro possono essere uno stimolo nel legislatore ma credo che da soli non servano a risolvere il problema della macchinosità del sistema giustizia e tutti gli altri problemi collegati ai quesiti referendari”. Il referendum è uno strumento di democrazia ma il numero dei votanti è sempre più basso… “Noi voteremo convintamente sì a tutti e cinque i quesiti. Questo week end, come Azione, insieme a Più Europa, siamo scesi in piazza in tutta Italia per favorire l’informazione su questo referendum che è stato lanciato ma poi un po’ abbandonato anche dai partiti che lo avevano portato avanti in principio. Voteremo sì, speriamo di poter raggiungere un risultato anche se sapiamo che non sarà facile ma noi faremo la nostra parte”. In parlamento c’è un lavoro importante che si sta portando avanti con il ministro Cartabia. Tra i quesiti anche l’abolizione della legge Severino… “Il problema del nostro Paese è politicizzare tutto e fare in modo che tutto possa diventare un tornaconto elettorale. Non è abolendo una legge che si risolve un problema, cancellando una legge non si ottiene un buon risultato ma basterebbe riportare le conseguenze della legge Severino ad una condanna definitiva perché troppo spesso abbiamo assistito a denunce fatte ad hoc per arrivare ad un risultato in primo grado, per arrivare alle dimissioni di qualcuno che viene individuato come scomodo. Il referendum, per come vengono scritti i quesiti, non può risolvere il problema, dovrebbe farlo il Parlamento. A me viene da ridere quando sento parlamentari dire di votare no al referendum perché bisogna discuterne in Parlamento ma non può dirlo un parlamentare che per anni si è girato dall’altra parte”. All’ordine del giorno Csm e separazione delle carriere. Temi complessi che andrebbero spiegati meglio… “Noi cercheremo di spiegare tutto, con ogni approfondimento possibile, il prossimo 4 giugno con l’evento in programma al Salone Moka, organizzato dall’avvocato Luca Monaco, responsabile dei tavoli tematici a livello provinciale. Vogliamo dare modo ai cittadini di comprendere davvero i vari quesiti. Credo sia giusto che nella valutazione dei magistrati influiscano anche gli altri attori della vita giudiziaria quotidiana, gli altri fruitori del sistema giustizia. Stesso discorso per la separazione delle carriere: credo sia fondamentale perché non si può studiare allo stesso modo, fare una carriera da pm o magistrato giudicante e poi trovarsi dall’altro lato; serve chiarezza. Il referendum serve a dare un segnale ma se dovessero passare i cinque sì serviranno delle riforme”. A proposito di giustizia e processi, andrebbero accorciati i tempi? “Questo è un principio sancito dalla Costituzione, servirebbe sia a tutelare l’imputato sia chi chiede giustizia. Negli ultimi anni, abbiamo assistito alla battaglia del Movimento 5 Stelle sull’abolizione della prescrizione ma noi la vediamo nell’alto opposto: la prescrizione è la spada di Damocle che dovrebbe essere sulla testa dello Stato affinché possa garantire la velocità e la rapidità del processo, nell’interesse di chi chiede giustizia e di attende la sentenza. Bisognerebbe incidere lì, non soltanto nel processo penale ma anche civile. In provincia di Salerno abbiamo il tribunale di Vallo della Lucania che, secondo i dati dell’Osservatorio per i conti pubblici, è il secondo tribunale più lento d’Italia. Qualcosa va fatto, in tempi rapidi”. Da coordinatore cittadino di Azione martedì (oggi per chi legge ndr) il consiglio comunale. Si parlerà anche di debiti… “Noi, tramite il nostro consigliere Corrado Naddeo, vogliamo sottolineare questa problematica. Stiamo lavorando, in questo periodo, per avere una squadra che lavori per capire come e dove possono essere recuperate risorse da investire per le nostre idee destinate alla città di Salerno. Prima di lanciare idee vogliamo capire come recuperare fondi, migliorare spese pubbliche, in che modo possono essere gestiti. Ho raffrontato, per curiosità, i bilanci di due città con lo stesso numero di abitanti, Salerno e Ferrara, e in alcuni dati del bilancio ci sono numeri sballati. È giusto capire il perché”. Decoro urbano e verde pubblico, nei giorni scorsi la protesta dei residenti di Mercatello ma c’è un problema che va avanti dal mese di ottobre con la protesta delle cooperative sociali… “Quello del decoro urbano è un problema che va avanti da tempo, ancor prima di ottobre. Troppe volte noi pensiamo alle opere straordinarie dimenticando le ordinarie ma credo che oggi una città che vuole pensare di essere europea deve recuperare il contatto con i cittadini, a partire dall’ordinario e solo successivamente si potrebbe pensare allo straordinario”.