Salerno/Nocera Inferiore. Ricorso della Procura accolto dalla Cassazione. Avvocato di Angri con studio anche a Salerno rischia la misura cautelare per una tangente da 100 euro elargita all’ufficiale giudiziario per uno sfratto. Gli atti tornano al Tribunale del Riesame di Salerno per il legale coinvolto nell’inchiesta sulle tangenti dell’ufficiale giudiziario presso il Palazzo di Giustizia di Nocera Inferiore che chiedeva sesso alle donne indigenti e a regime di sfratto. Si torna davanti ai giudizi salernitani. Secondo la tesi accusatoria, nel corso di una procedura relativa al rilascio di un immobile locato l’avvocato della parte locatrice, avrebbe consegnato all’ufficiale giudiziario, che nella qualità curava la relativa esecuzione, la somma di 100 euro quale corrispettivo indebito a tale scopo pattuito per la sollecita esecuzione dello sfratto in questione. Mentre il gip del Tribunale di Nocera aveva respinto la misura cautelare sollecitata dalla Procura nei confronti dell’avvocato per ragioni inerenti alla ritenuta insussistenza delle esigenze da cautelare, il Tribunale del Riesame aveva rigettato il gravame alla luce della ritenuta assenza della gravità indiziaria, di contro riscontrata dal provvedimento appellato dalla procura nocerina per il 55enne professionista. Scrive la Cassazione nell’accogliere il ricorso “L’ordinanza impugnata muove da una inesatta impostazione di fondo legata alla puntuale comprensione dell’imputazione provvisoria: ad avviso del Tribunale, il patto corruttivo contestato all’ufficiale giudiziario e all’avvocato avrebbe riguardato nel caso una indebita accelerazione della procedura diretta ad avvantaggiare la parte assistita dal secondo, aspetto non confermato ed anzi contraddetto dalle emergenze acquisite”. E ancora. “Ma il presupposto in fatto legato a un anomalo andamento del detto, specifico, segmento procedurale, quale possibile espressione del vantaggio lucrato dalla parte processuale favorita dall’accordo corruttivo e, al contempo, necessaria conseguenza di una precipua condotta anti doverosa posta in essere dal soggetto qualificato al quale era demandato l’incombente processuale, mal si attaglia con il portato dell’imputazione provvisoria mossa nel caso, che, non solo nominalmente, dà conto di una contestata ipotesi di corruzione in atti giudiziari impropria”. In conclusione “Vanno nuovamente riviste, in particolare, le interlocuzioni occorse tra ufficiale giudiziario e avvocato il giorno successivo al rilascio dell’immobile, precedenti e contestuali alla consegna della somma di denaro erogata al soggetto qualificato dall’avvocato”.
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