di Aldo Primicerio
E’ l’immagine che lascia in quelli che lo hanno conosciuto ed in chi, come me, ha avuto la fortuna – da consulente come Capo Ufficio Studi – di stargli accanto per molti anni in Confindustria Salerno. Augusto Strianese, dunque, nobile di nome e di fatto. Non succede, ma se succede può capitare che il nome, attribuito alla nascita dai genitori per tradizione familiare o per altro, divenga negli anni un abito personale, professionale e morale. Cresciuto come imprenditore nel settore dei container e presidente della Ames, viene continuamente accompagnato dal suo nome proveniente dal latino augère, che significa crescere, aumentare.
Lo adocchia e poi lo adotta professionalmente Giuseppe Amato. Salernitana Calcio, Confindustria, Camera di Commercio, Unioncamere, Aeroporto
L’allora re della “pasta con il nome e cognome” ha appena rilevato la società da Arcangelo Iapicca. A chi affidarla se non ad un rampante come lui, l’Augusto. Che vara persino il nuovo simbolo della squadra, quello del cavallino stilizzato girato dalla parte opposta rispetto al passato. Fui proprio io, da rappresentante della Saprom, Salernitana Promotions, a commissionarlo all’architetto americano Jack Lever, amico dell’Augusto. Sono i tempi di Zazzaro, Favo, Maranzano, e di un certo Ciro Ferrara e Vincenzo Leccese, diventati poi bandiere della Salernitana. Adidas è lo sponsor tecnico, e quell’anno la maglia porta per la prima volta anche lo stemma della Pasta Antonio Amato. Purtroppo in quei frangenti la storia della Salernitana si arricchisce di novità negative. Perché le sorti di una squadra di calcio, come si sa, sono altalenanti. Ed un rituale lancio di monetine dal pubblico in una domenica sfortunata allo stadio Vestuti scoraggia l’Augusto, allontanandolo dal pallone granata, che passa nelle mani di Giuseppe Soglia e del nuovo manager Enrico Fedele. Tante novità in quei giorni, come il bomber De Falco ed il portiere Roberto Renzi. Ma la stagione finirà non bene, al decimo posto. L’anno successivo, stagione 1988-89, è tumultuoso, con un giro frenetico di allenatori tra Soldo, Gigante, Pasinato. Ed ultimo Leonardi, che richiama l’escluso Di Bartolomei con il quale la Salernitana salva il campionato. L’anno successivo il campionato 1989-90, con Marco Pecoraro Scanio, la Salernitana si piazza seconda, e dopo 23 anni torna in serie B.
Tanti ricordi con l’ Augusto. Anche quello della fondazione di Costozero, la rivista di Confindustria Salerno. E poi il mare e Villa Divina
Lui vuole un organo di stampa per l’associazione degli industriali. Ed allora me ne affida il gravoso compito. Gli confido la mia idea di chiamarlo Costozero. Che piace molto all’allora direttore Franco Guglielmotti, ma che non piace affatto a lui. Quando però gli chiedo se è vero che l’obiettivo di un imprenditore è sempre quello di operare a zero costi, gli si illumina il viso e con una pacca sulla spalla mi dà il via. E di lì, come dicevamo, l’ascesa verso nuove frontiere sempre più alte, come la presidenza della Camera di Commercio di Salerno, poi quella di Unioncamere Campania. Ed infine quella dell’Aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi, la cui tormentata riapertura ai voli registra anche un duro scontro di vedute con l’allora sindaco Vincenzo De Luca. Una vita intensa ed ubiqua quella dell’Augusto, ma con il mare sempre come sfondo unico. Sul tavolo nella sua stanza di Presidente in Confindustria ha sempre campeggiato una bellissima foto che lo ritrae mentre in posa atletica governa, se ricordo bene, un Finn, una barca a vela da regata monoposto. Lui ne andava fiero. E poi, per concludere, quel suo trasferimento in una grande villa a Benincasa di Raito, con davanti il panorama mozzafiato da Capo d’Orso a Punta Licosa. Solo un Augustus come lui poteva vivere a…. Villa Divina.





