Auditorium, celebre stratagemma della tela di Penelope - Le Cronache Ultimora

di Erika Noschese

Basterebbe usare un detto locale, senza scomodare un poema epico di Omero, per ricordare che “chi costruisce e demolisce non perde mai tempo”, ma il romanticismo di un’opera come l’Auditorium merita un paragone epico, per cui diremo che la famosa tela di Penelope – il sudario che avrebbe dovuto tessere per il suocero Laerte e che, puntualmente, ogni notte veniva disfatto per evitare di passare a nuove nozze – funziona tremendamente bene ancora oggi. L’unico degli attori protagonisti di questo nuovo racconto epico è l’attuale presidente del Conservatorio, Luciano Provenza, che in un impeto quasi deluchiano prova a tenere alta l’attenzione su un tema già attenzionato dai suoi predecessori: così come De Luca ha portato avanti idee del suo predecessore quali la metropolitana, per dirne una, allo stesso modo Provenza prova a ribadire una cosa già ovvia sin dal momento in cui l’Auditorium è stato concepito presso gli spazi dell’ex orfanotrofio: l’unico gestore sensato di quella struttura è il Conservatorio. Lo sa bene Enzo Luciano, capostaff del sindaco di Salerno Vicenzo Napoli, che ci ha tenuto a ribadire ancora una volta, nel 2025, quanto sia giusto e legittimo che l’Auditorium e le sale annesse siano affidati al Conservatorio. Tanto giusto e legittimo da averlo ribadito già sei anni e mezzo fa, quando la battaglia per l’affidamento dell’Auditorium giunse a un ennesimo nuovo capitolo poiché sarebbe parso incauto affidare una struttura senza risolvere l’annoso problema parcheggi che riguarda tutto il quartiere Canalone (una delle tante aree in cui il Comune sa di dover intervenire in fretta per risolvere problemi, ma non lo fa e anzi, legittima gli interventi della Polizia Municipale che vessa con una certa regolarità i residenti e i fruitori del Conservatorio con contravvenzioni a pioggia). La questione Auditorium, quindi, è sempre più simile a quella della tela di Penelope: si inizia nel 2018, quando di mattina si parlava della questione parcheggi, di sera dell’incauto affidamento senza risolvere ancora alcune questioni. Ai tempi, infatti, il capostaff del sindaco parlava, ai membri della Consulta degli Studenti e dell’allora presidente del Conservatorio, di problemi circa la gestione dell’area che doveva essere adibita a parcheggio. Questione poi risolta, parrebbe, grazie alla buona stella dell’Autorità Portuale che aveva acquisito quel lotto per consentire l’esecuzione ottimale dei lavori di un’altra splendida tela… volevamo dire opera: Porta Ovest. Perché la buona stella? Perché, appunto, l’Autorità Portuale aveva acquistato, come appena detto, quel lotto. E il Comune, neanche a dirlo, quel lotto (risultato poi inutilizzato per la realizzazione dell’opera) lo rivoleva indietro gratuitamente. Il tutto mentre l’allora assessore alla mobilità del Comune di Salerno, Domenico De Maio (attuale consigliere comunale, ndr) e l’allora consigliere comunale, capogruppo del Psi e presidente della commissione commercio e turismo, Massimiliano Natella (attuale assessore all’ambiente, ndr) effettuavano un sopralluogo per garantire la massima celerità nell’esecuzione dei lavori per la realizzazione del parcheggio di Canalone. Da quel 2018 tanti altri giorni a tessere e tante altre notti a sfilare la tela, con buona pace di chi ancora oggi non si spiega come mai per accedere all’Auditorium si debba passare per gli spazi della Fondazione Ebris, di chi sa che la struttura necessita di manutenzione ordinaria e straordinaria, a causa del lungo e insensato stop ancora in corso, e non solo di ordinaria gestione come invece riferisce chi attualmente interviene pubblicamente, lato Conservatorio, sulla questione. E lo sa benissimo anche il capostaff Enzo Luciano, che non esita a ricordare a tutti noi di essere anche avvocato penalista e quindi prova a usare le parole giuste per giustificare una tela ancora non esattamente pronta e ricorda che, pur essendo priorità, ci sono altre priorità. E a nulla servono i comunicati dei vari consiglieri comunali, a prescindere dal colore politico, di tanto in tanto fingono di ricordarsi che il Conservatorio esiste e che l’Auditorium è una risorsa. Loro ci sono oggi e c’erano nella scorsa consiliatura, e anche in quella ancor precedente. Se questa tela, questa mattina, risulta ancora sfilata nonostante l’ennesimo giorno di incessante filatura, è anche colpa loro.

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