
L’associazione “ASSOCRISI CILENTO – custodi e professionisti delegati Tribunale di Vallo della Lucania” in persona del suo presidente p.t., avv. Umberto Salerno, con sede legale, come da statuto, presso lo studio professionale di quest’ultimo, in Torchiara (SA), via San Salvatore n. 35, nonché l’avv. Umberto Salerno l’avv. Maria Lanzara l’avv. Angelo Gargano l’avv. Manuela D’Agosto l’avv. Francesco Zangari l’avv. Domenico Sica l’avv. Antonio De Vita l’avv. Marilinda Corvino l’avv. Roberto Scotti l’avv. Gianluca Lembo l’avv. Natalina Fedullo l’avv. Pietro Fiordelisi l’avv. Carmine Giannattasio l’avv. Anella Guida l’avv. Valentina Crocamo l’avv. Elisabetta Leoni l’avv. Domenico Gorga tutti soci della suindicata Associazione, nonché tutti iscritti presso l’Ordine degli Avvocati di Vallo della Lucania e nell’elenco 179 ter disp. att. c.p.c. Tribunale di Vallo della Lucania nonché la dott.ssa Giovanna Romanelli la dott.ssa Federica Feola la dott.ssa Marcella D’Aiuto la dott.ssa Teresa Mancini Menduni il dott. Luigi Pepe il dott. Vincenzo Pepe il dott. Alessandro Montone tutti soci della predetta Associazione, nonché tutti iscritti presso l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili Vallo della Lucania e nell’elenco 179 ter disp. att. c.p.c. Tribunale di Vallo della Lucania nonché l’ing. Michele Pisani l’ing. Domenico Ametrano l’ing. Ivan Maiese tutti soci della suindicata Associazione, nonché tutti iscritti presso l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Salerno con espressa delega conferita, all’uopo, da tutti i suindicati professionisti, all’avv. Umberto Salerno PREMESSO Che in data 22 marzo 2025 è stato pubblicato sul sito www.cronachesalerno.it un articolo a firma del giornalista Antonio Manzo, dal titolo “Fallimenti e riciclaggio danaro, la parola a commercialisti e avvocati riuniti in associazione – Il professionista-pigliatutto da Salerno a Vallo della Lucania”; Che tale articolo, ancora oggi consultabile online, ha ottenuto ampia diffusione e contiene affermazioni aventi carattere fortemente lesivo della reputazione dell’associazione “ASSOCRISI CILENTO – custodi e professionisti delegati Tribunale di Vallo della Lucania” e dei suoi singoli associati; Che, in particolare, il contenuto dell’articolo: – attribuisce all’Associazione un ruolo operativo e decisionale in ambito giudiziario, descrivendola in termini suggestivi e connotati negativamente, come gruppo “organizzato” di “custodi ed esecutori (si legga, correttamente, giudici dell’esecuzione)”, insinuando forme di contiguità o addirittura collusione con ambienti criminali e giudiziari; – riporta passaggi che, per forma e sostanza, ledono l’onore, la reputazione e il decoro dei professionisti associati, avvocati, commercialisti e ingegneri, insinuando un loro coinvolgimento – diretto o indiretto – in attività illecite o collusive, in particolare in relazione a procedimenti concorsuali e alle vendite immobiliari giudiziarie; – fa riferimento, con toni ironici e allusivi, a corsi di formazione obbligatori, accostandoli impropriamente a dinamiche camorristiche e a operazioni di riciclaggio; – descrive in modo caricaturale, svilente e infondato l’attività di soggetti che, a vario titolo, operano nel rispetto della normativa vigente e sotto l’egida del Tribunale di Vallo della Lucania. RILEVATO Che l’Associazione “ASSOCRISI CILENTO” è – e si qualifica pubblicamente come – un’associazione culturale, priva di scopo di lucro, finalizzata unicamente alla formazione e allo studio in ambiti giuridici e tecnici attinenti alle procedure concorsuali, alle esecuzioni civili, all’amministrazione giudiziaria, all’insolvenza e alle class actions; Che essa non svolge né potrebbe svolgere attività operative, né assume incarichi giudiziari di sorta, trattandosi di prerogative proprie dei singoli professionisti iscritti agli ordini di appartenenza e inseriti, individualmente, nell’elenco ex art. 179-ter disp. att. c.p.c. del Tribunale di Vallo della Lucania; Che l’articolo in oggetto, con evidente travisamento, suggerisce l’esistenza di una commistione tra componenti dell’Associazione e magistrati, e in particolare i giudici dell’esecuzione, che mai sono stati né potrebbero essere membri di un’associazione di tal genere. Tale suggestione si traduce in una gravissima insinuazione lesiva non solo della terzietà e imparzialità dell’organo giudiziario, ma anche dell’integrità stessa della funzione giurisdizionale; Che, inoltre, gli avvocati e i dottori commercialisti, quando svolgono le funzioni di custodi giudiziari o professionisti delegati, agiscono quali pubblici ufficiali, esercitando potestà attribuite loro dalla legge per conto del Tribunale, con doveri di imparzialità e pieno rispetto della legalità procedurale; Che, tra le affermazioni più lesive contenute nell’articolo, particolarmente grave risulta quella secondo cui un “magistrato volenteroso” potrebbe “capire i meccanismi fraudolenti dei clan della camorra” semplicemente partecipando al corso di alta formazione programmato per il 4 giugno a Vallo della Lucania. Tale frase, oltre a veicolare un messaggio sarcastico e chiaramente denigratorio, produce una duplice e inaccettabile conseguenza: da un lato, infanga la funzione stessa della formazione professionale permanente, prevista per legge a presidio della qualità dell’attività giurisdizionale delegata; dall’altro, associa in modo insinuante i partecipanti (tutti professionisti accreditati presso il Tribunale) a dinamiche criminali legate al riciclaggio e alla criminalità organizzata. In realtà, il corso in questione non è un evento locale, bensì rappresenta il quinto dei sei incontri del “Corso di alta formazione per la conferma nell’elenco dei professionisti delegati alle vendite immobiliari”, organizzato su base nazionale dall’ACDC (Associazione di Coordinamento Delegati e Custodi per lo studio del diritto dell’esecuzione forzata e delle crisi economiche), che coinvolge ben 49 associazioni, radicate su 49 diversi circondari di Tribunale e afferenti a 18 distinti Distretti di Corte d’Appello, per un totale di circa 2000 professionisti associati, dalla rivista telematica “In executivis”, nonché da n 6 (sei) Consigli dell’Ordine degli Avvocati, ovverosia dal COA di Parma, dal COA di Vercelli, dal COA di Lecce, dal COA di Cosenza, dal COA di Vallo della Lucania e dal COA di Messina. Il suindicato percorso formativo rappresenta oggi uno dei più rilevanti nell’ambito del circuito nazionale di studio, aggiornamento e confronto interdisciplinare nell’ambito del diritto dell’esecuzione forzata, coinvolgendo, come docenti/relatori, magistrati, professori universitari e professionisti del settore. La partecipazione al suddetto corso costituisce adempimento obbligatorio ai fini del mantenimento dell’iscrizione negli elenchi ex art. 179-ter disp. att. C Per tale ragione, l’accostamento, operato nell’articolo, tra tale iniziativa formativa e i circuiti criminali legati alla camorra e al riciclaggio, oltre ad essere del tutto destituito di fondamento, costituisce una strumentalizzazione diffamatoria del predetto corso di formazione (a cui occorre immediatamente restituire la corretta qualificazione giuridica, scientifica e istituzionale), nonché un attacco ingiustificabile alla funzione pubblica esercitata dai professionisti delegati, nonché una forma di disinformazione lesiva dell’interesse generale al corretto svolgimento delle procedure esecutive. Che le affermazioni contenute nell’articolo oggetto di contestazione risultano, oltreché gravemente diffamatorie e lesive dell’identità e dell’onorabilità dell’associazione e dei suoi membri, del tutto errate sotto il profilo della qualificazione giuridica e funzionale. Che le immagini evocate nel testo giornalistico (es. “vampiri”, “becchini”, “camaleonti dei fallimenti”) rappresentano metafore dal chiaro intento denigratorio, prive di fondamento, suscettibili di generare un’allarmante distorsione percettiva presso l’opinione pubblica. – Mai alcun socio dell’Associazione “ASSOCRISI CILENTO – Custodi giudiziari e professionisti delegati Tribunale di Vallo della Lucania” risulta essere stato coinvolto, né direttamente né indirettamente, nelle vicende descritte nell’articolo (peraltro, come evidenzia lo stesso autore dell’articolo, tutte oggetto di archiviazione), così come in altre di analoga natura, e ogni suggestione contraria veicolata dal contenuto dell’articolo stesso è priva di qualsiasi fondamento oggettivo; – Si precisa, inoltre, che i giudici dell’esecuzione del Tribunale di Vallo della Lucania non sono, né potrebbero mai essere, membri dell’Associazione in oggetto, e ogni suggestione in tal senso costituisce una grave e inammissibile alterazione della realtà, lesiva del prestigio della magistratura. – Si ricorda altresì che gli avvocati e i dottori commercialisti, allorquando esercitano funzioni di custodi giudiziari o professionisti delegati, operano quali pubblici ufficiali, soggetti a rigorosi obblighi di legge e a controllo giurisdizionale, la cui azione si svolge nel pieno rispetto dei principi di imparzialità e legalità. – Ogni diversa rappresentazione contenuta nell’articolo in oggetto risulta, quindi, non corrispondente alla realtà e frutto di un’evidente errata qualificazione giuridica e funzionale, con conseguenziale lesione del decoro, della reputazione, della dignità e della funzione dell’Associazione, così come di ogni singolo professionista associato.