Condannati dalla Corte dei Conti l’ex commissario dell’ex Asl Salerno 3 Fernando De Angelis e l’ex subcommissario amministrativo Lorenzo Bruno Rosati. I due sono stati condannati al risarcimento del danno erariale in danno dell’Asl Salerno di 63 mila euro per illeciti commessi, riconoscendo retroattivamente, per cinque anni, in via transattiva con due delibere del 2010 diposizioni di direttore di struttura complessa a due dirigenti dell’ex azienda sanitaria dell’area sud di Salerno.
Il riconoscimento retroattivo della posizione di direzione di strutture complesse non specificatamente previste come tali negli atti aziendali né tali dal punto di vista organizzativo dell’ex Asl Salerno 3, ha, infatti, determinato l’illegittimità delle due nomine ed ha inficiato anche gli atti successivi.
Essendo le due nomine illegittime, non possono essere utilizzate per legittimare incarichi successivi, ad esempio un’ulteriore nomina di direttore di struttura complessa di durata quinquennale e successive proroghe, come, invece, avvenuto 2002 in favore di due Dirigenti. Entrambi i destinatari delle due nomine hanno, beneficiato dell’incarico sulla base di un prerequisito illecitamente costituito e in forza soltanto di questo, senza, pare, ricorrere ad alcuna comparazione selettiva né giustificazione alla stregua del curriculum o dell’elevata professionalità.
La Corte dei Conti osserva che risulta connotata da colpa gravissima la condotta di De Angelis, nominato Commissario straordinario nel 2009 e durato in carico fino al due agosto del 2010, «Il quale –si legge in sentenza- ha adottato le delibere di riconoscimento di competenze professionali maturate in forza di atti illegittimi. Non solo infatti, egli ha consapevolmente ignorato le osservazioni critiche del Collegio sindacale, che aveva espresso parere contrario all’adozione di quegli atti, ma ha condotto un’istruttoria superficiale, solo apparentemente propedeutica alla decisione poi maturata». Egli non ha pesato l’illiceità delle condotte dei Direttori generali ed ha concluso per la conciliabilità in via transattiva della lite promossa dai due Dirigenti, alla stregua di “presunti” precedenti della giurisprudenza ordinaria».
L’indebito esborso di maggiori somme di denaro pubblico ha determinato il risarcimento di 39.660,32 a carico di De Angelis e di 23.796,19 euro per Rosati.