Arresto Alfieri, terremoto anche ad Agropoli - Le Cronache Cronaca

di Arturo Calabrese

Il mantra ripetuto più volte era “Cielo sereno non teme tempesta”, ma ieri mattina su Torchiara, Capaccio Paestum ed anche Agropoli si addensavano nere nubi che in un cielo che di certo non era sereno.

Anzi. E sereni non erano nemmeno i vari consiglieri ed assessori, insieme a personaggi agropolesi a loro vicini, che per quasi l’intera mattinata sono rimasti nei pressi di Palazzo di Città in attesa, forse, di notizie che riguardassero colui il quale era ritenuto essere il capo politico di un intero territorio ed oggi agli arresti domiciliari per una lunga serie di accuse tra cui la corruzione, il falso in atto pubblico, la turbata libertà degli incanti, lo scambio di voto elettorale politico mafioso.

Si respirava un’aria molto pesante nella città agropolese dove i politici che solitamente passeggiano con aria di onnipotenza avevano, evidentemente, ben altri pensieri in testa. Pareva di essere tornati al 3 di ottobre del 2024, quando il già sindaco è stato arrestato per la prima volta. Questa volta, sono mancati le foto e gli attestati di vicinanza: è il silenzio a farla da padrone.

Tantissimi gli interventi della politica e di esponenti locali, ma mancano quelli degli amministratori. Ad ottobre, infatti, c’è stata la corsa ad esprimere vicinanza all’arrestato, una vicinanza che oggi non viene più dimostrata. Il terremoto, anzi il terremoto bis ha fatto tremare diversi Palazzi di Città nel Cilento e su tutti certamente Agropoli, senza escludere anche altre sedi istituzionali cilentane dove gli sguardi erano particolarmente preoccupati.

Le reazioni

Non mancano, ovviamente, le reazioni politiche. Il consigliere Raffaele Pesce invita alle dimissioni: «Franco Alfieri è stato il vero candidato alle elezioni del 2022, non soltanto il leader indiscusso del PD e non solo, sul territorio.

Questa amministrazione, sua creazione, deve dimettersi». «Sono anni che lo diciamo – le parole del gruppo di Forza Italia composto da Emilio Malandrino, Mario Capo ed altri storici politici agropolesi – questo sistema lo abbiamo combattuto e da tempo diciamo che sul territorio è stato messo un tappo. Agropoli, Capaccio Paestum e gli altri paesi del Cilento hanno visto il radicarsi di un metodo. Oggi ne vediamo i risultati che sono sotto gli occhi di tutti».

«Le nostre denunce di diversi anni fa risultano fondate – dice il gruppo territoriale del Movimento 5 Stelle Agropoli Rutino – ma adesso la realtà pare superare la più nefasta delle fantasie. Inizialmente si sospettava di un “sistema Alfa” poi di un “sistema Cilento”, ma adesso si dovrà parlare di un “sistema Campania”.

Fatti salvi gli indagati, non possiamo nasconderci che il malaffare sia divenuto un amministratore parallelo e connivente a quell’amministrare la cosa pubblica attraverso i dettati del voto elettorale.

Restiamo alla finestra, fiduciosi nell’operato dei Magistrati, seppur soggetti a lenta burocrazia; ma siamo anche determinati nel perseguire la verità dei fatti ed il desiderio che, almeno questa volta, si intraprenda un nuovo percorso: tifiamo spudoratamente per sconfessare il detto di gattopardesca memoria “cambiare tutto affinché nulla cambi”».

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