
Antonio Manzo
La scomparsa di Ettore Majorana non è più un mistero: il fisico siciliano morì nel settembre 1939. Si, è quanto afferma Stefano Roncoroni, noto critico cinematografico e regista televisivo sulla base dei documenti inediti conservati negli archivi del Vaticano. Il 2 marzo 2020 l’Archivio Segreto Vaticano divenuto nel frattempo Archivio Apostolico, ha aperto al pubblico la possibilità di consultare la documentazione relativa al pontificato di Pio XII, il cardinale Eugenio Pacelli eletto Papa il 2 marzo 1939. A fine pontificato di Pio XI e ad inizio di quello successivo di Pio XII si era già consumata la misteriosa sparizione di Ettore Majorana. Roncoroni ha compiuto una attenta ricognizione di questo periodo storico relativamente al famoso zio e ha raccontato i risultati in un libretto pubblicato nell’agosto del 2020 dal titolo “Il dossier Majorana in Vaticano”. Ettore era scomparso dopo essersi imbarcato la sera del 25 marzo 1938 su un piroscafo da Napoli, dove insegnava da tre mesi all’Università, per Palermo e da quella data, malgrado ricerche assidue, si arrivò a concludere che non si sapeva che fine avesse fatto. Ma, come spiega Roncoroni “non era vero, perché è provato che molti sapevano della sua morte nel settembre del 1939”. La polizia fascista secondo Roncoroni “non poteva non averlo ritrovato. Chiuse semplicemente un occhio dinanzi a quella famiglia influente, che si poteva permettere una ricompensa di trentamila lire a chiunque avesse ritrovato Ettore, e archiviò il caso in fretta e furia”. In effetti la mobilitazione delle forze dell’ordine era stata imponente, il capo Arturo Bocchino si era recato di persona a Perdifumo, in provincia di Salerno, dove si pensava che Ettore si fosse recato in una casa offertagli dal professore Antonio Carrelli, docente di fisica all’università di Napoli, mentre la Santa Sede avviava un controllo a tappeto degli ordini religiosi e dei monasteri per sapere se Ettore vi avesse trovato rifugio. Tutta operazione di ricerca si arresta a fine estate del 1939, la cattedra di Napoli rimasta vacante viene riassegnata come se oramai non avesse più alcun senso aspettare il ritorno del titolare. I documenti d’archivio sulla vicenda reperiti in Vaticano sono scarsi, tuttavia integrati con altre fonti tra cui le frequentazioni con la famiglia Majorana, portano Stefano Roncoroni ad affermare che si può arrivare ad “una verità definitiva” sulla morte di Ettore come avvenuta nel settembre del 1939. I documenti riguardano l’incrocio dei due papati, gli ultimi 341 giorni per Pio XI ed i primi 345 giorni per Pio XII. La Chiesa conferma ufficialmente la fine delle indagini presso Istituti Religiosi e Conventi con una dichiarazione di Pio XII: “il Santo Padre non vede la cosa di pratica utilità dopo il già fatto” ed analogamente cessano le ricerche della polizia. Appare chiaro dal dossier del Vaticano che Majorana era considerato defunto nel settembre del 1939 . Il Vaticano chiude il dossier Majorana con una lettera del 6 marzo 1940 indirizzata alla famiglia che non ne diffonderà mai il contenuto lasciando irrisolte le aspettative e gli interrogativi sulla vicenda. prima metà di settembre 1939, spiega Roncoroni, viene comunicata alla Famiglia Majorana non si sa come e da quale provenienza, un mistero mai svelato, la notizia della morte di Ettore. Stefano Roncoroni è un uomo di famiglia, discendente Majorana per parte femminile essendo sua nonna Elvira Majorana sorella del padre Fabio di Ettore. Roncoroni unisce ricordi personali derivanti da colloqui con suo padre, Fausto, e con Salvatore, fratello di Ettore. In particolare Roncoroni analizza un lungo documento di Giuseppe, zio di Ettore, che descrive con minuzia l’“affaire” Majorana per consegnare ai posteri una memoria definitiva della vicenda come a quell’epoca la famiglia Majorana voleva che fosse presentata. Fondamentale, per definire alla metà del 1939 data della morte, la lettera del padre provinciale Ettore Caselli, della curia gesuitica del Lombardo Veneto, che, nell’assegnare ad Ettore Majorana il nome di una borsa di studio per l’istruzione di un Gesuita, scrive a Salvatore, il fratello di Ettore, usando due termini per indicare lo stato di Ettore: “estinto”. La lettera di padre Caselli è del 22 settembre 1939 e quello il termine ultimo della vita di Ettore Maiorana.
1 Commento
Ma tutta la vicenda della”macchina” di Majorana, le lettere che per decenni scambio’ con Rolando Pelizza, tutto quanto narrato dal giornalista Di Stefano non valgono niente ?
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