“E’ Giorgia Meloni la vera riformista”. Non ha dubbi Antonio Fasolino, da sempre esponente socialista che, dopo la presentazione delle liste, fa il punto della situazione in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre. Quindi era vero che non si candidava… “Lo dico da tempo”. Ma glielo hanno chiesto? “No, assolutamente, mai avanzata richiesta di candidatura”. Facciamo i seri “Le pare che sono cose che vanno dette?” Lei da riformista in chi si rivede? “In chi propone riforme senza steccati ideologici. Credo che in questo momento la Meloni sia il leader più riformista dell’intero arco politico nazionale. Chi è portatore di idee scevre da ideologismi non può negarlo”. Lo dice per la sua amicizia con Cirielli? “Lo dico perché è vero. Tutti sanno che sono amico di Edmondo e cosa penso di lui. E’ un politico a tutto tondo, preparatissimo e molto coraggioso, non si è mai risparmiato nella difesa del territorio impegnandosi a fondo per la realizzazione di un progetto strategico. Non a caso osservando le liste elettorali noterà come FdI ha molto puntato sulla militanza locale. Cirielli ha inoltre favorito la crescita di una classe dirigente qualificatissima, cito Antonio Iannone per tutti. E le sembrerà strano, perché la storia va ricordata con i fatti, Edmondo è stato il primo ad intuire la necessità di costruire intorno a FdI un progetto che tenesse conto delle istanze riformiste. Quindi è un pensiero che va oltre ciò che è scontato”. Ma la Meloni è di destra “Se continuiamo a dividere le cose ideologicamente stiamo messi male. A me interessa ciò che dice e che fa. Non dove è collocata geograficamente”. Ecco il punto. Cosa dice? “Dice una cosa importantissima, ovvero che una democrazia moderna non può prescindere dal presidenzialismo. Come mai coloro che si dicono portatori, a parole, dei valori dell’occidente continuano ad esser freddi su questa proposta? Eppure i riformisti hanno lanciato il presidenzialismo! Tutti ricorderanno, ad esempio, le posizioni di Craxi”. Ma Bobo Craxi si candida a sinistra… “E la sorella Stefania nel centrodestra. E cosa importa. Sono persone diverse con le loro idee. Ma non sono il padre scusi, il quale è stato un grande statista che ha purtroppo commesso i suoi errori. Le capacità ed e i limiti non si ereditano”. E Calenda dice più o meno le stesse cose… “Calenda è persona dalle grandi capacità, poi però finisce per rimanere vittima di un modello predefinito. Se veramente avesse voluto le stesse cose avrebbe dovuto agire di conseguenza. Le idee sono forti quando possono trovare attuazione per il tramite di scelte coraggiose Con chi crede di attuarle, scusi, con Fratoianni?” Ma va da solo… “Va da solo ma afferma che tra Letta e la Meloni sceglie Letta, di conseguenza anche Fratoianni. Quindi non va da solo. Va con il mondo della irrealizzabilità. Ed è un errore gravissimo”. Ma va con L’agenda Draghi “Me ne fornisce una copia? L’ho cercata dappertutto, anche in farmacia, ma niente da fare. Quindi è giusto premettere che questa agenda tanto invocata non esiste, come saggiamente ha affermato lo stesso Draghi che da persona intelligente e di grande qualità non ha consentito l’utilizzo improprio del suo nome. Poi parliamone. Le agende dei governi si qualificano anzitutto sulla politica estera. Sulla scelta più importante, ovvero l’affermazione della linea atlantista tutti sanno che Giorgia Meloni è stato il leader più lineare. Mi sembra che la risposta stia nei fatti. Le contraddizioni erano tutte nella maggioranza, forse per questo Draghi ha deciso di lasciar perdere, nonostante non sia stato sfiduciato. Figuriamoci affidare idealmente una ipotetica agenda a chi gli ha impedito di attuarla. Perchè questa è la verità”. Quindi alla fine lei ritiene che il voto dei riformisti è compatibile con il programma della Meloni. “Forse mi sono espresso male! Ritengo di più, ovvero che la Meloni sia in questo momento l’unico leader che propone istanze che rappresentano il pensiero riformista. E aggiungo altro, è l’unico leader che ha la possibilità di metterle in pratica poiché ne ha la forza. Oggi è il momento di abbandonare la suggestione schematica e propagandistica che ha imprigionato i cittadini, è invece opportuno dissacrare l’imbroglio di sistema e sostenere le proprie idee dando forza a chi le rappresenta potendole attuare”. E le frange estreme? “Ci sono dappertutto, a sinistra più che a destra. La linea Meloni sull’atlantismo punta all’ isolamento del fenomeno a differenza di quanto, purtroppo, ancora accade altrove. Negli Starti Uniti d’America i partiti “estremi” non si presentano alle elezioni e vivono di marginalità. L’atlantismo che ispira la Meloni è autentico e sembra voler marcare queste differenze. Mi lasci anche dire che per i riformisti il fatto che sia donna, ma non quota rosa, costituisce un ulteriore attrattore. Ci sono i bisogni di cui occuparsi ed i meriti da riconoscere. E’ ovvio che se non si premiano i meriti non c’è chi può dare risposte ai bisogni”. Quindi non esistono destra e sinistra. “Per chi ci crede esistono. Per me vengono prima le idee del simbolismo. Destra e sinistra nel mondo moderno sono categorie desuete. Le faccio un esempio. Oggi la sinistra italiana si affida spesso a due influencer molto capaci nel loro settore e persuasivi verso i giovani. Costoro hanno anche creato un brand che una nota azienda utilizza per vendere al prezzo di ben otto euro il contenuto di 0,75 l di acqua. Ora scusi tra le battaglie urlate di certa sinistra v’è l’acqua pubblica, concetto condivisibile, visto che comunque l’acqua è sempre stata pubblica. Ma lei non riscontra un pò di ipocrisia nell’indicare questi due giovani influencer come simbolo ed addirittura traguardo ideale della sinistra italiana? Ecco queste sono le contraddizioni che i cittadini attenti non possono accettare perché testimoniano la sudditanza delle idee alle scelte opportunistiche e propagandistiche”. Un’ultima cosa, più che altro una curiosità. Ma con Caldoro si è mai confrontato sul “riformismo” della Meloni? “Guardi Stefano nasce con Berlusconi e gli è leale, ritengo giustamente a differenza di altri, aggiungo forse addirittura fedele. Ciò detto a mio parere non ci vuole molto a comprendere la spinta innovativa delle proposte della Meloni. Poi le faccio una confidenza, ma la tenga riservata. Caldoro è candidato con il centrodestra! Tra l’altro in un collegio molto difficile. Crede che lo avrebbe fatto se non fosse stato convinto delle proposte di chi, oggi, ha il peso maggiore nella coalizione?”.
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