di Mario Rinaldi
Antonio D’Acunto è il commissario ad acta nominato dal Prefetto di Salerno, Francesco Russo, per sostituire il sindaco di Scafati, Cristoforo Salvati, sfiduciato lunedì scorso a seguito delle dimissioni di tredici consiglieri di opposizione, che si sono recati presso uno studio notarile ad Angri per formalizzare il loro atto politico. Proprio nella giornata di ieri la Prefettura di Salerno ha trasmesso il decreto di sospensione del Consiglio comunale di Scafati con la contestuale nomina del dottor Antonio D’Acunto, nella qualità di Commissario Prefettizio per la provvisoria amministrazione dell’Ente. Di origini salernitane, il dottor D’Acunto è stato nominato Prefetto nel 2008 per ricoprire l’incarico di Presidente della Commissione Territoriale per il Riconoscimento della Protezione Internazionale di Crotone, successivamente ha svolto le funzioni di Prefetto nelle province di Latina, Potenza e Ancona. Si è chiusa così l’era Salvati, la cui amministrazione ha mostrato profondi segnali di crisi già subito dopo l’insediamento nel giugno del 2019 (vittoria conquistata al ballottaggio). I cittadini di Scafati saranno, dunque, chiamati di nuovo al voto in anticipo rispetto alla naturale scadenza della consiliatura. Ma a quanto pare, secondo le impressioni dell’opinione pubblica, sembra che la parabola discendente del primo cittadino sarebbe da ricercare in molti fattori: tra questi, l’assenza di un dialogo e di una mediazione politico-istituzionale in grado di poter reggere l’urto di tanti amministratori che si sono mostrati scontenti nel corso del mandato elettorale. Prova ne è il fatto delle giunte di governo che si sono susseguite, con un ritmo inusuale, soprattutto nell’ultimo anno, quando il sindaco, a colpi di provvedimenti istituzionali, ha decretato la nomina di diversi assessori per la formazione di esecutivi sempre diversi. Tranne l’ultimo, quello della scorsa settimana, per il quale sono stati nominati gli stessi assessori esautorati nel corso dell’ultimo e contestatissimo consiglio comunale dello scorso 31 dicembre. L’impressione è che ora Salvati sia rimasto solo, abbandonato anche dal suo partito di appartenenza “Fratelli d’Italia”. A confermarlo è stato proprio Luca Maranca (Fdl), ormai ex consigliere di maggioranza che il giorno delle dimissioni dei tredici consiglieri di opposizione, ha assistito in diretta al forte segnale politico messo in atto dai colleghi della minoranza, recandosi anche lui presso lo studio notarile ad Angri, seppur da osservatore esterno e non da firmatario.
“Ho appreso dagli organi di stampa – ha detto Maranca – che Salvati ha intenzione di ricandidarsi. Però, che io sappia non esiste alcun appoggio da parte di Fdl. E’ stata una fuga in avanti che, almeno al momento, non ha ottenuto alcun sostegno”. “Dispiace – ha dichiarato ancora Maranca – per come è finita l’era Salvati. Però si respirava da tempo un’aria di insoddisfazione. Il fatto che tra i tredici firmatari delle dimissioni c’erano cinque consiglieri eletti nella maggioranza la dice lunga. Sicuramente sono stati commessi degli errori da parte del primo cittadino. Per quanto mi riguarda, pur sostenendo l’azione di governo, in alcune occasioni ho mostrato le mie contestazioni in merito alla gestione della città che doveva essere eseguita in modo diverso. Contestazioni che ho avanzato nelle sedi opportune sperando in un cambio di rotta che purtroppo non si è verificato. Del resto, se un sindaco amministra bene anche l’opposizione se ne guarda bene dal volerlo mandare a casa. Qualcosa è andato storto e anche tra i cittadini si è manifestato un diffuso malcontento”.
Poi Maranca ha espresso alcune riflessioni sulle imminenti elezioni. “Mi auguro – ha concluso l’ex consigliere di maggioranza – che si possa trovare una pace politica e ricompattare il centrodestra per andare uniti al voto. In questo modo daremo un segnale di cambiamento ai nostri concittadini”. Sulla questione è intervenuto anche l’ormai ex presidente del consiglio comunale, Mario Santocchio: “Sono molto dispiaciuto per il modo in cui è stato sciolto il consiglio comunale – ha sottolineato Santocchio – posso solo dire che per fare politica in modo corretto c’è bisogno di dialogo e mediazione. Forse qualcosa non è stato fatto in tal senso e questa è la logica conseguenza”. Santocchio, inoltre, si è dichiarato pronto a ricandidarsi per le prossime elezioni che, verosimilmente, si terranno per fine maggio inizio giugno.