di Salvatore Memoli
Il 12 luglio da 17 anni per la mia famiglia e per moltissime persone ritorna una memoria amara legata alla scomparsa di mia madre Enza Basso Memoli e del giovane Sonu Sandhu da Salerno in circostanze drammatiche. Da quel giorno lontano, soltanto per gli anni che si allontanano e si ripetono nel dramma di una vicenda umana dolorosa, si ripete l’angoscia per una risposta investigativa che non è mai arrivata. In tanti si sono mobilitati attorno a questa vicenda che ha inciso notevolmente nella vita di persone ed istituzioni del nostro Paese, accendendo riflettori che non hanno portato a nessuna soluzione. La singolarità di questa scomparsa resta legata senza nessun dubbio ad un fatto violento con cui l’autore o gli autori di questa scomparsa hanno segnato la vita di due persone ed alle terribili conseguenze che hanno ferito gravemente le famiglie degli scomparsi. Nelle istituzioni dell’Italia sono state registrate ampie convergenze ed attenzioni verso la mia famiglia con una premura che non dimenticheremo mai tuttavia il vero problema resta legato alle investigazioni nell’imminenza del fatto che sono state lacunose ed incerte perchè gravate dal dubbio dell’allontanamento volontario. Motivazione insussistente e manchevole che ha impedito di ricercare dove si poteva tutte le azioni sospette registrate sul luogo della sparizione. Voci, mormorii, illazioni e dubbi sulla vicenda e sui familiari hanno minato la fiducia in chi avrebbe dovuto agire concordemente con essi, invece di paralizzarne qualsiasi aiuto o indicazione che poteva essere fornita in ragione di intuibili piste che si potevano offrire a chi investigava. Ad oggi resta chiaro che una ragione plausibile su cui si è snodata tutta la vicenda resta la dinamica legata ai permessi di soggiorno ed ai documenti in particolare il passaporto che il giovane Sonu stava richiedendo alle istituzioni diplomatiche indiane in Italia. Ovviamente in questo ambito nessuna penetrazione investigativa ha trovato giusta accoglienza. I nostri collaboratori indiani, sebbene per Sonu era stato richiesto ed ottenuto il permesso di soggiorno in Italia, erano forse vittime di uno sfruttamento violento da parte di connazionali responsabili e gestori della clandestinità di questi stranieri. A tanti si è aggiunta l’ipocrisia di una legislazione italiana indegna del grado legislativo di un popolo civile ed erede di grandi civiltà legislative e giuridiche. L’intera vicenda merita ancora un’attenzione rinnovata; la vicenda di questa signora perbene vittima delle distorsioni sociali, normative e politiche del nostro Paese meriterebbe di essere riclassificata e rivisitata con maggiore oculatezza. Mia madre potrebbe essere il riferimento di tante altre analoghe situazioni legate alla clandestinità e nel suo nome bisognerebbe scegliere una giornata da dedicare agli scomparsi per cause legate alle vicende degli stranieri. Occorre poter ricordare che sia Enza Basso Memoli che Sonu Sandhu sono le vittime di una guerra vigliacca giornaliera che si vive ancora nel nostro Paese e che riporta agli stranieri ed alle mancate soluzioni per combattere la clandestinità. Finora non abbiamo trovato sensibilità che abbiano condiviso con noi questa battaglia sociale e legislativa ma l’ultima a morire è la speranza. Celebreremo a modo nostro, con la collaborazione e la disponibilità della stampa e mass media italiani le nostre giornate di tristezza e di memoria ma fino all’ultimo momento non abbandoneremo la speranza di conoscere la verità. Come ogni anno chiediamo a chi può di unirsi alla nostra ricerca di verità e d’incontrare chi sa di più e non ha parlato. Nella vicenda di mia madre registrammo nell’imminenza dei fatti la presenza di un avvocato che difendeva gli indiani indagati. Chi lo aveva nominato e perché se ne occupava. Gli rivolgo ancora domanda di una confessione sincera, mentre gli auguro di fare chiarezza ed uscire dall’ultima incriminazione fattagli dalla Procura di Salerno su vicende presunte legate a permessi di soggiorno e mobilità di stranieri sul nostro territorio sottoposti a cospicui movimenti e dazioni di denaro. Salerno dopo 17 anni vive ancora una pagina oscura legata alla presenza e sfruttamento di stranieri in clandestinità. Una realtà non combattuta adeguatamente finché non diventerà nuovo costume di civiltà per tutti. Nel nome di mia madre e di Sonu daremo un contributo a queste soluzioni di drammi che sopravvivono e si riproducono con più efferatezza.