Lo scrittore salernitano si è aggiudicato l’alloro per la sezione silloge di racconti con la sua ultima opera “Quando i diversi siamo noi” edito dalla Lfa Publisher
Di Olga Chieffi
Nella mattinata di ieri si è svolta la Cerimonia di premiazione presso la Biblioteca Comunale della Vaccheria Nardi di Roma del VII Concorso Letterario dedicato a Caterina Martinelli promosso dall’Associazione Culturale Vivere a Colli Aniene con il patrocinio gratuito del IV Municipio di Roma Capitale. Anche quest’anno è stato un successo di partecipazione tra poesie e libri di racconti pervenuti pervenute da ogni parte d’Italia con alcune opere inviate dall’estero, Israele, Stati Uniti, Germania, un segnale importante che racconta come, a dispetto di tutti i problemi, la cultura è ancora parte integrante della vita delle persone. Ad aggiudicarsi il primo posto nella sezione Racconti del prestigioso premio in onore di Caterina Martinelli, uccisa dalla violenza fascista nel 1944, Angelo Nairod (al secolo Angelo Persico) con “Quando i diversi siamo noi” edito dalla Lfa Publisher. “Sono onorato – ha affermato lo scrittore dopo la premiazione – di aver vinto questo premio per tante ragioni, prima fra tutte perché credo che la diversità non sia un limite ma una risorsa: la nostra più preziosa e inestimabile risorsa. Qualcosa che, al pari di un abito di Alexander McQueen, va indossata con fierezza e consapevolezza”. “Quando i diversi siamo noi”, è una raccolta di storie, venute alla luce dopo tre anni di lavoro, edite dalla Lfa Publisher, in cui i protagonisti sono accumunati da una “diversità”, variante da quella fisica, sociale o psicologica, che dopo il sold out raggiunto in soli due giorni di prevendita, rientra al 7° posto nella classifica Narrativa Italiana di Ibs, disponibile oggi in ristampa su tutte le piattaforme (Feltrinelli, Mondadori, Amazon, Ibs). Ogni racconto ci catapulta nel mondo del protagonista, nelle sue paure, nei suoi pensieri e su come si vive una diversità. L’essenza del libro è raccontare la diversità sperimentata, una tematica che dilania la nostra società. Il dialogo resta sempre il modo migliore per giungere a soluzioni che portano benefici all’intera società; se si partisse dal presupposto che “diverso” non significa “inferiore”, ci renderemmo conto che il rapporto che possiamo e dobbiamo avere con l’altro, è una relazione di trasmissione e ricezione, ognuno secondo il proprio bagaglio culturale e umano.