Nei saloni dell’Hotel Lloyd’s Baia i soci del Rotary Club Duomo si sono ritrovati per la cena degli auguri di Natale
Di Olga Chieffi
L’ essenza del Natale è nell’attesa. Lo è per tutte le feste, ma il Natale ricorda un Nascita, ed è una festa “semplice”, luminosa. In questo periodo di vacatio, in cui il tempo storico si arresta, determinando quella frattura dei vari livelli separati quotidianamente, per cui il passato convive con il presente e s’instaura quella dimensione di ritorno all’initium mundi, di meraviglia, di nascita e Ri-nascita, dono per i soci del Rotary Club Duomo, che si sono ritrovati per la cena degli auguri nei saloni del Lloyd’s Baia, è stato un orologio. Un orologio particolare, prezioso, poiché realizzato da Il Germoglio, l’associazione onlus del Presidente Silvio Mauro, per persone diversamente abili. La serata, purtroppo orfana del Presidente del sodalizio Raffaele Parlato, impedito da un malanno di stagione, è iniziata con il cerimoniale curato dal Prefetto Armando Cerzosimo, inno nazionale, inno europeo e quell’arrangiamento particolare della fanfara dell’ ouverture dell’Egmont di Ludwig Van Beethoven, che è l’inno internazionale del Rotary. Quindi, Don Michele Pecoraro ha elevato la preghiera del Rotariano che guarda alla fratellanza e all’accoglienza sotto l’ala del Signore. Il Prefetto ha esordito in grande spolvero, introducendo a sorpresa, gli zampognari, loro i suoni del Natale e della Symphonia d’inverno. Con Vincenzo Ferraioli alla ciaramella e Domenico Fasano alla zampogna ci si è ritrovati a scambiare qualche parola su questi strumenti che hanno cambiato il corso della musica le ance doppie vengono da lontano, hanno avuto il potere di spaccare in due la storia della musica tra fiati e corde e la società, fino a qualche decennio E’ attribuita a Pallade Atena l’invenzione dell’aulos e della piva, che suonò durante un banchetto nell’Olimpo e, mentre quasi tutti gli dei ne furono deliziati, Hera e Afrodite sorrisero alla vista del suo volto deformato e delle guance gonfiate e paonazze. Atena presa dall’imbarazzo corse per vedere la sua immagine riflessa in uno stagno e trovando che il suo aspetto non veniva affatto migliorato dal suonare ogni genere di canna, quindi di strumento a fiato, le gettò via maledicendole. Marsia le afferrò e cadde vittima della maledizione, che lo portò ad essere scuoiato nella gara con la lira di Apollo. Suoni di pace, suoni di ninne-nanne, ma l’esibizione è naturalmente iniziata con le zampognate tradizionali, un viaggio musicale con le sue cadenze, le sue credenze, il sacro e profano e i ritmi allegri ad accompagnare le leggende. E si, perché la pastorale di Alfonso ha un’anima di danza popolare, come del resto un po’ tutte. E’ noto che il diretto contatto col dio, nella tarantella, in epoca contro-riformista, come scrive Roberto De Simone, fece abolire dalla Chiesa, quella particolare tradizione, una mescolanza di pagano e cristiano, di banchettare e danzare in chiesa dallo scoccare della Mezzanotte della notte di Natale, fino all’alba del giorno successivo, per celebrare il ritorno alla luce. Non è certamente un caso che le pastorali natalizie, quale è “Tu scendi dalle stelle”, presentino cadenze ritmiche più prossime alla danza che al canto liturgico. Nell’abituale eclettismo della Chiesa, rientrano anche le pastorali, che per continuare ad attirare i fedeli alle funzioni, vennero trasformate nelle cantate barocche, che conservano lo stesso impianto ritmico della pastorale e, quindi, della tarantella e qui il cerchio si chiude e magari il Prefetto potrebbe dedicare una serata ai suoni della terra. La zampogna e la ciaramella restano strumenti legati ai riti della terra, alla mietitura, alla fine dell’anno agrario, in quei giorni tra fine ottobre e novembre, quando s’inizia a costruire il presepio, e così, Massimo Bignardi ha ricordato ed evocato che il 27 novembre nel giorno del suo onomastico si ritrovava a Minori per ascoltare l’esordio degli zampognari. Don Michele ha quindi ricordato le avventure da ragazzo in quel di Fisciano, la curiosità e il fascino dell’otre che si gonfia e suona armonie avvolgenti. Gli zampognari hanno poi dato il la all’ossessione del Presepe, la gara con Pastorella del terzo piano, il progetto, le case stile ‘900, il ritmo del dialogo tra Nennillo, Lucariello, Concetta, praticamente una vera e propria invenzione a tre voci, in doppio contrappunto, sul vero protagonista che è il Presepe, “Te piace?” “Nun me’ piace!”, il celebrato primo atto di “Natale in casa Cupiello” entrato nel linguaggio corrente di tutti noi, affidato al sentire teatrale di Vanni e Antonia Avallone e un perfetto Fiorenzo Pierro nella parte di Lucariello. Quindi tutti a tavola con gli alti gradi del Rotary Duomo il Vice presidente Alfredo Marra, il Segretario Enzo Fiocco, il Tesoriere Alfonso Villani, che hanno avuto tanti ospiti, dall’ Assistente del governatore Fabrizio Budetta, al Formatore Andrea De Lieto, Giuseppe Dente, il giovane presidente dei Rotaract, che ha letto il messaggio inviato dal Presidente Raffaele Parlato, Rodolfo Vitolo Salerno, in rappresentanza del Rotary Salerno Est, Paolo Emilio Ambrosio segretario Rotary Salerno, Basilio Angrisani presidente del Rotary Nocera apudmondem, Gaetano Pierro del Rotary di Campagna, Giovanni del Priore per il Rotary Roccadaspide Valle del Calore, Maria Luisa de Leo in rappresentanza del Rotary Paestum del Centenario e Giovanni Guerriero in rappresentanza del Rotary Battipaglia. Tra una deliziosa portata e l’altra, progetti e speranze sempre a servizio del territorio. E’ il Natale, la Notte misteriosa, in cui il chiaro e l’oscuro, l’iniziatico e il razionale si sfiorano, s’intendono, evocando il passato e schiudendo la loro segreta “quinta” al futuro. Il messaggio è cominciare a “servire” le cose, in nome non della loro forma, della loro “bellezza”, ma della loro interiore verità”, costruendo, tutti insieme, “un mondo e un tempo migliore”, con nuova meraviglia.