Alfonso Senatore: “Il centrodestra a Salerno? Riparta dall’anti-De Luca” - Le Cronache
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Alfonso Senatore: “Il centrodestra a Salerno? Riparta dall’anti-De Luca”

Alfonso Senatore:  “Il centrodestra a Salerno? Riparta dall’anti-De Luca”

di Clemente Ultimo

“Inesistente”. Non usa mezzi termini Alfonso Senatore, coordinatore regionale di Meridione Nazionale, nel definire il centrodestra salernitano all’indomani delle elezioni amministrative della scorsa domenica. “È di tutta evidenza che nella nostra provincia i risultati ottenuti dal centrodestra sono fuori dalla media nazionale, c’è qualcosa che non quadra. Da un lato la Lega è praticamente scomparsa, e questo soprattutto nel Mezzogiorno non sorprende, dall’altro Forza Italia tiene con non poche difficoltà. Va meglio per Fratelli d’Italia, ma la grande crescita che si è registrata in quasi tutte le città chiamate al voto qui non c’è stata”. Come spiegare questo risultato? “In qualche caso si tratta di tendenze generali, in particolare per quel che riguarda la Lega, in altri ci sono evidentemente peculiarità locali. Come per Fratelli d’Italia, formazione che evidentemente non riesce ad aprirsi completamente a nuovi apporti, a coinvolgere l’elettorato, anche quello tradizionalmente vicino. La mancanza di una lista con il simbolo di partito in una città come Nocera Inferiore è poco comprensibile per l’elettorato. Più in generale, sono convinto che questa corsa verso il civismo nei comuni più grandi non funziona, soprattutto per il centrodestra”. Intanto il centrosinistra continua a vincere le tornate amministrative. “Al netto delle specificità locali e dell’effetto De Luca, che comunque c’è, il centrosinistra nella nostra provincia continua a vincere soprattutto perché il centrodestra non riesce a trovare al suo interno un anti – De Luca, ovvero una proposta politica credibile e persone in grado di incarnarla. Del resto anche se guardiamo a come il centrodestra interpreta il suo ruolo di opposizione non c’è molto da essere soddisfatti, fatte salve le dovute eccezioni rappresentate da consiglieri comunali attenti e capaci”. Da dove ripartire per costruire un centrodestra realmente competitivo? “Dobbiamo distinguere i due piani, nazionale e locale. E fare una premessa: sono convinto che il centrodestra così come lo abbiamo conosciuto negli anni scorsi sia ormai definitivamente scomparso; è il momento, piuttosto, di lavorare per l’aggregazione di una destra forte con l’area centrista e moderata. Sono certo che questa necessità sia stata colta pienamente da Giorgia Meloni: a lei tocca il compito di dare vita ad una grande destra di governo, in grado di recuperare alla partecipazione politica le forze migliori della nostra società. E, cosa non secondaria, di guardare con attenzione al nostro Mezzogiorno, fin troppo trascurato in questi anni. E a questo proposito sarebbe il caso di fare una riflessione sul “peso” dell’attuale ministro per il Sud”. Ed a livello locale? “La vera sfida è quella di recuperare tante intelligenze ed energie che nel corso degli anni, per tanti motivi, hanno deciso di fare un passo indietro rispetto all’impegno politico. È questo l’unico modo per ridare funzione ai partiti, per riqualificarli ed archiviare definitivamente quel modello “leggero” nato con la celebre discesa in campo di Berlusconi. È da qui che si parte per costruire un’alternativa credibile al centrosinistra”.