Alfieri, scambio politico mafioso con Squecco - Le Cronache Ultimora
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Alfieri, scambio politico mafioso con Squecco

Alfieri, scambio politico mafioso con Squecco

Oltre ad Alfieri, le misure cautelari di un’indagine durata due anni, dal 2022 al 2024, riguardano Roberto Squecco, ritenuto esponente dell’area imprenditoriale del clan Marandino attivo a Capaccio Paestum e gia’ condannato in via definitiva per 416 bis, a la moglie Stefania Nobili, consigliere comunale a Capaccio Paestum all’epoca dei fatti. Al centro dell’inchiesta, la candidatura a sindaco proprio a Capaccio Paestum di Alfieri nel giugno 2019. Secondo i pm, c’era un patto elettorale politico mafioso tra Squecco, la moglie e Alfieri per raccogliere voti in favore del politico in cambio del mantenimento del Lido Kennedy che all’epoca era gia’ al centro di provvedimenti giudiziari, struttura che faceva capo a Squecco attraverso un prestanome. Il lido avrebbe dovuto essere abbattuto parzialmente perche’ era pericoloso, ma Alfieri, una volta eletto sindaco avrebbe dovuto impedirne l’abbattimento attraverso un appartenente alla polizia locale, Antonio Bernardi, e un dipendente dell’ufficio cimiteriale di Capaccio Paestum, Michele Pecora. I due hanno anche avvicinato Maria Rosaria Picariello assessore dimissionaria alle politiche sociali del Comune, che avrebbe riferito poi ad Alfieri i messaggi minatori di Squecco, come emerso da intercettazioni, perche’ alla fine il politico dem aveva violato il patto e l’abbattimento c’era stato. Squecco contatto’ anche tre persone di Baronissi, Antonio Cosentino, Domenico de Cesare, e Angelo genovese, due dei quali pregiudicati, commissionando un attentato dinamitardo ai danni di Alfieri, preparato nei minimi particolari con sopralluoghi e studio delle mappe, ma poi non portato a compimento, perche’ l’imprenditore non si e’ messo d’accordo con i tre. A questi la procura ha contestato il possesso di esplosivi armi da guerra e comuni e da sparo tra i quali un Uzi e un Kalashnikov. Domenico De Cesare poi, deve rispondere anche di tentato omicidio nei confronti di Angelo Genovese, esponente del clan omonimo per una tentata estorsione. Maria Rosaria Picariello e’ deve rispondere di favoreggiamento personale perche’ alla polizia giudiziaria ha reso dichiarazioni mendaci per aiutare Squecco, Bernardi e Pecora.

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