di Arturo Calabrese
Tra Franco Alfieri, il già sindaco di Capaccio Paestum, già presidente della Provincia di Salerno, già ospite delle patrie galere ed oggi costretto ai domiciliari, e le contravvenzioni al codice della strada il rapporto è decennale.
La multa non pagata che ammontava a 99 euro, e che potrebbe costargli un nuovo processo, è soltanto un capitolo di una storia molto lunga. Il fatto si è concretizzato ben dieci anni fa e come per altre questioni affrontare su questo giornale è doveroso andare con ordine. Correva l’anno 2015 e il 31 maggio erano in calendario le elezioni per il rinnovo dei consigli regionali tra cui anche quello della Campania.
L’allora sindaco di Agropoli Franco Alfieri aveva intenzione di candidarsi al ruolo di consigliere, ma essendo sindaco avrebbe dovuto dimettersi. Con grande spirito di servizio e con grande amore verso la sua città, non voleva compiere questo passo e condannarla, seppur per qualche mese, al commissariamento. La scappatoia sarebbe stata la decadenza da primo cittadino che avrebbe aperto le porte ad un facente funzioni nella persona del vicesindaco.
Per arrivare a ciò era necessario che il primo cittadino avesse un contenzioso col comune amministrato e qui la geniale idea. Il sindaco Franco Alfieri non rispetta il codice della strada con la sua auto, procurandosi una contravvenzione elevata da un solerte rappresentante della polizia locale. Alfieri, nel marzo nel 2015, parcheggia la propria auto dove non avrebbe potuto ed ecco la contravvenzione per divieto di sosta servita.
Lui però non ci sta, quella multa non vuole pagarla e quindi intenta causa contro il comune di Agropoli. Dura lex, sed lex: la legge è severa, ma deve essere applicata e quindi decade da sindaco di Agropoli.
Lasciata la fascia tricolore, almeno temporaneamente, si sarebbe potuto candidare ma ancora sarebbe potuto accadere di tutto. Adamo Coppola, all’epoca dei fatti vice, poi delfino ed oggi pentito anche perché ha ufficialmente dichiarato di essere stato preso in giro da quella filiera, era pronto e già scalpitava.
Vedeva già la possibilità di diventare sindaco, seppur facente funzioni. Il destino, però, come spesso accade aveva in serbo altro per il quasi primo cittadino decaduto. Quella candidatura non arrivò mai: Franco Alfieri non è mai stato candidato come consigliere per la Regione Campania. Motivazione?
Già allora, e cioè dieci anni, era imputato in un processo. La vicenda riguardava alcuni appalti quando lo stesso era assessore ai lavori pubblici per la Provincia di Salerno, ente nel quale dal 2022 avrebbe ricoperto il ruolo di presidente. Per quella candidatura arrivò il niet addirittura da Roma e il Pd regionale dovette alzare le mani, ponendo il veto sulla sua candidatura.
Alfieri, dopo aver ricevuto la multa, aveva anche stampato manifesti, distribuito santini, aperto sedi elettorali ed organizzato incontri per perorare la sua candidatura, ma poi il triste epilogo. Non è stato candidato né nella lista del Partito Democratico né in un’altra.
Ci ha riprovato, nel 2018, per la scalata a Montecitorio, ma il popolo lo ha sonoramente bocciato: rifilandolo in terza posizione su tre candidati. Ovviamente ha anche ritirato il contenzioso contro il comune ed ha pagato la multa. Nel 2015, dunque, Franco Alfieri le multe le pagava.
Dopo, evidentemente, no.





