Andrea Pellegrino
Il Cavaliere presenta il nuovo simbolo e compare la scritta “Berlusconi presidente”. Nel giorno del vertice con gli alleati, Forza Italia già si mostra agli elettorali con tanto di appello del proprio leader: «Anche con questa nuova legge elettorale votare è molto facile: basta barrare il logo di Forza Italia». Fatto il simbolo, bisogna ora comporre le liste. Nel salernitano c’è il passo indietro di Caterina Miraglia che, con una lettera, ringrazia ma salta il giro. Il suo nome era già entrato di diritto nel listino azzurro. Oggi, invece, i segretari regionali del Pd s’incontreranno a Roma, poi il 15 dovrebbe uscire il responso definitivo, con il via libera della direzione nazionale. La griglia salernitana vede, dunque, il collegio di Salerno ancora scoperto ed in dubbio. Piero De Luca spera di saltare la prova dell’uni- nominale piazzandosi diretta- mente nel collegio proporzionale per la Camera dei Deputati. Se il principio dovesse passare, l’uninominale potrebbe spettare ad un big nazionale, quindi con molta probabilità al sottosegretario De Vincenti. Ci spera anche Enzo Maraio che nel puzzle delle alleanze potrebbe centrare il colpo da 90. Giusy Fiore, invece, sarà nell’Agro che comunque vada sarà “rosa”. In subordine c’è già pronta Paola Lanzara, sindaco di Castel San Giorgio. Sulla carta, nei Picentini, c’è Michele Ragosta che però è alle prese anche con la costruzione di una lista ex Campo progressista. L’attuale deputato sarebbe anche in contatto costante con i vertici romani per garantirsi la riconferma senza rischiare sul collegio uninominale. Franco Alfieri, invece, dovrà passare lo scoglio del nazionale. In caso contrario nel Pd si aprirebbe una frattura senza precedenti. Così come già annunciato dall’ex sindaco di Agropoli, oggi a capo della segreteria del presidente De Luca. Il caso «fritture» potrebbe bloccarlo al Nazareno. Sono in tanti preoccupati per le possibili ripercussioni di immagine a livello nazionale. Attende la deroga Tino Iannuzzi. La richiesta sarebbe stata avanzata direttamente da Franceschini e Rosato per superare il principio già sancito e la possibilità di deroga solo per gli esponenti del governo. Doppia candidatura per Angelica Saggese che sarà sull’uninominale del Senato a sud e nel listino proporzionale. Simone Valiante, invece, secondo un primo schema ed un primo accordo con la corrente di Emiliano, sarà a Napoli nel proporzionale mentre in Campania all’attuale governatore della Puglia spetteranno ulteriori due collegi: uno a Caserta e un altro uninominale a Napoli. Pattuglia di consiglieri regionali, invece, pronai a scendere in campo nel napoletano: Topo, Amato e Marrazzo si candide- ranno mentre Mario Casillo resterà in Regione in attesa dell’incarico di assessore della giunta De Luca. I demitiani, per ora, avrebbero piazzato Giuseppe De Mita ad Avellino mentre ci sarebbe da sistemare ancora Luigi Cobellis. Per la Campania, intanto, Minniti lancia l’appello di liste pulite: «Nel- l’ultimo anno il ministero sotto la guida di Minniti ha sciolto 21 comuni per infiltrazione mafiosa, la maggior parte in Calabria e in Campania, ma anche al Nord. Nelle ultime settimane ci sono stati i casi del municipio romano di Ostia: Non chiedo una dichiarazione generica – chiarisce il ministro – una frase in un’intervista buttata lì. Chiedo ai capi dei partiti di sottoscrivere in modo solenne una carta, un patto pubblico, in cui si impegnano a non chiedere e a non ricevere appoggio elettorale dalle mafie. Lo chiedo a tutti e mi aspetto che firmino tutti». Appello raccolto dal Partito democratico: «Da parte nostra garantiamo massima trasparenza delle liste e dei candidati per evitare qualsiasi condizionamento da parte dei poteri malavitosi e mafiosi». Infine Liberi e uguali che ieri ha tenuto una assemblea in vista del voto. Approvato all’unanimità, con un astenuto, la relazione programmatica di Rossella Muroni (coordinatrice campagna elettorale) con le linee guida del programma e i criteri per la definizione delle candidature alle elezioni. Il termine per l’approvazione delle liste dei candidati al Parlamento di Liberi e uguali è stato fissato per il 22 gennaio. «Non possono essere candidati – ha spiegato Muroni – coloro che ricoprono incarichi elettivi incompatibili col mandato parlamentare, salvo limitate e motivate eccezioni; coloro che hanno ricoperto la carica di parlamentare nazionale per la durata di due legislature complete, salvo un numero limitato e motivato di deroghe». Inoltre, ha spiegato Muroni, non saranno candidabili i rinviati a giudizio o condannati anche non in via definitiva per una serie di reati, tra cui mafia, terrorismo, criminalità organizzata, contro la libertà personale e individuale.