Al via il master di Musicoterapia - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Al via il master di Musicoterapia

Al via il master di Musicoterapia

 

Presentato il team presieduto da Silvana Noschese che formerà i professionisti di questa disciplina presso il Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci”

 

Di Olga Chieffi

 “La musica è un linguaggio universale capace di donare benessere e serenità anche nel disagio e nella sofferenza umana” scrive Charlie Parker. Una frase che ci è balenata davanti poiché a introdurre il master di Musicoterapia, un corso che è stato presentato ieri mattina al Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” di Salerno è stato il pianista e compositore jazz Franco D’Errico. La musicoterapia, la più artistica delle medicine” come la definiva uno dei primi musicoterapeuti italiani Gianluigi Di Franco, è l’uso della musica e degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altre rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l’integrazione intra- e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la qualità della vita grazie ad un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico. Questa è una delle definizioni di una disciplina relativamente giovane ma dalle radici antichissime. Sin dal periodo preomerico, la musica era già integrata con la medicina: Chirone il centauro, maestro di musica di Achille, era sia musicista che medico, parimenti, lo stesso Apollo, dio della musica e protettore della medicina. In seguito, nel periodo ippocratico la musica simboleggerà e configurerà una forza di natura arcana, indomabile, legata alla potenza del male e del bene, capace di lenire il dolore, di sanare il corpo, d’esaltare l’uomo al divino oppure d’abbatterlo nei tormenti dell’angoscia. Nel consiglio di corso l’approfondimento storico toccherà alla docente di Storia della Musica Francesca Turano, mentre le pratiche d’improvvisazione e strumentali saranno affidate a Francesco D’Errico “Tratterò i miei allievi come musicisti, poiché all’interno del corso ci sarà una pratica strettamente musicale, ritmica e improvvisativa”. La composizione classica ha sempre insegnato a vedere le emozioni come atmosfere sonore con cui stupire e catturare l’emozione dell’ascoltatore; con la musicoterapia s’imparerà a vederle come un canale di relazione. In questo biennio, le cui iscrizioni scadranno il 31 ottobre, l’allievo sarà educato, attraverso fattivi laboratori sul campo, a riconoscere lo stato emotivo di un paziente, in modo veloce e senza le influenze del proprio stato emotivo, sulle esperienze della grande scuola italiana, quella dei Suvini, Postacchini, Di Franco e Spaccazzocchi. Di alto livello il team coordinato da Silvana Noschese, una delle prime psicoterapeute italiane, formatasi alla scuola di Assisi, che ha insistito su di un termine particolare che è l’empatia nei termini di accettazione incondizionata e non giudicante dell’altro (così come avviene nelle relazione terapeutica, ad esempio) che permette di comprenderne realmente il vissuto identificandosi, seppur parzialmente, con la prospettiva da cui egli vede il mondo. L’ empatia in tale ottica è quindi funzione di un atteggiamento di apertura nei confronti dell’altro esente da pregiudizi per la realizzazione di una comunicazione autentica. Che significa tuttavia mettersi nei panni dell’altro di “sentire” realmente e di condividere nella qualità e nel tono emotivo ciò che l’altro sta provando. Avremo quali docenti dei corsi di psicologia e puramente medici, Donatella Caramia,  Giulio Corrivetti, mentre il lato squisitamente musicale annovererà i nomi della stessa Imma Battista direttore dell’istituzione, Eligia Levita, Fulvio Maffia e Maria Vittoria Lanzara.  Quali li sbocchi lavorativi dopo il biennio? La musicoterapia è l’uso della musica per favorire l’integrazione fisica, psicologica ed emotiva dell’individuo e nella cura di malattie e disabilità. Può essere, quindi, applicata a tutte le fasce d’età, in una grossa varietà di ambiti di cura. La musica ha una qualità non – verbale, ma offre un’ampia possibilità d’espressione verbale e vocale. Come membro di un’équipe terapeutica, il musicoterapeuta professionista partecipa all’accertamento dei bisogni del paziente, alla formulazione di un approccio e di un programma individuale per poi offrire specifiche attività musicali per raggiungere gli scopi. La natura della musicoterapia amplifica l’approccio creativo nel lavoro con gli individui handicappati, con gli anziani, i bambini. La musicoterapia fornisce un approccio umanistico possibile che riconosce e sviluppa le risorse interne del paziente spesso non sfruttate. I musicoterapeuti desiderano aiutare l’individuo per spingerlo verso un migliore concetto di sé, e, nel senso più ampio, per far conoscere ad ogni essere umano le proprie maggiori potenzialità.