Agropoli, San Francesco: ecco i sigilli - Le Cronache Attualità

di Arturo Calabrese

Dopo le segnalazioni, le pec, la richiesta di atti ufficiali di Raffaele Pesce e l’intervento di Massimo La Porta per la convocazione di un consiglio comunale straordinario, i comunicati stampa dell’amministrazione comunale, sono arrivati ieri i sigilli all’area dei lavori nei pressi dello scoglio di San Francesco.

Ad annunciarlo è, con entusiasmo, il primo cittadino Roberto Antonio Mutalipassi che il giorno prima, dunque domenica, aveva dichiarato di essere all’oscuro dell’autorizzazione dei lavori. «Faccio un plauso alla Polizia Locale, alla Guardia Costiera di Agropoli, ai Carabinieri forestali che nella mattinata odierna (ieri per chi legge, ndr), così come richiesto dal sottoscritto, hanno effettuato un sopralluogo nell’area di cantiere in località San Francesco.

Alla presenza dei tecnici comunali sono state rilevate diverse irregolarità che hanno portato al sequestro dell’area. Le indagini proseguono da parte degli organi competenti. Saremo parte civile per eventuali danni che dovessero essere riscontrati».

È tanto lo scalpore creato dai lavori nei pressi del simbolo della città di Agropoli: da diversi giorni una chiatta era a lavoro per quelli che erano autorizzati come lavori di messa in sicurezza del costone ma che poi sono diventati altro, altrimenti non ci sarebbero stati i sigilli. Un qualcosa di molto forte quanto accaduto, talmente tanto che ha fatto intervenire anche il parroco della chiesa di San Francesco, e di altre chiese agropolesi, Don Carlo Pisani.

«L’interesse suscitato nell’opinione pubblica agropolese negli ultimi giorni è segno dell’affezione profonda verso quel luogo di grande valore e fascino, naturale e storico-religioso. Quei luoghi vanno preservati il più possibile.

Chi li vive tutto l’anno, non solo la stagione estiva, sa quanto precario ne sia l’equilibrio, in modo particolare quello di carattere idrogeologico, come testimoniano i preoccupanti ed evidenti movimenti del terreno degli ultimi anni. La straordinaria bellezza della nostra costa è estremamente fragile e dovrebbe essere sempre oggetto di attenzione e cura.

Esistono delle leggi che disciplinano queste materie – aggiunge – che vanno osservate, unitamente al naturale buon senso che dovrebbe muovere le azioni quotidiane di tutti. I mezzi che scegliamo per raggiungere uno scopo devono essere proporzionati, non solo allo stesso ma devono tenere presente tutti i fattori coinvolti.

Quando poi si interviene su un bene di interesse pubblico, si potrebbero evitare il crearsi di spiacevoli fraintendimenti, comunicando anticipatamente la natura e lo scopo dei provvedimenti.

Dovremmo abituarci maggiormente a questo stile, uno stile di condivisione che nasce dal sentirci comunità. Non volendo dubitare della buona fede di tutti i soggetti coinvolti, in qualità di “custode” spirituale dei luoghi francescani agropolesi, come tutti, resto in fiduciosa attesa delle verifiche e dei pronunciamenti delle autorità preposte alla vigilanza e al controllo».

Nel frattempo, preoccupa la situazione dei luoghi che potrebbero essere oramai compromessi.

Ieri mattina, poi, dopo che la chiatta è rimasta per qualche giorno ancorata al porto ha lasciato le azzurre (una volta) acque agropolesi.

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