Agropoli, San Francesco: Coppola attacca il sindaco - Le Cronache Attualità

di Arturo Calabrese

Anziché placarsi, le polemiche sulla questione dei lavori nei luoghi simbolo di Agropoli assumono connotati sempre più importanti.

Il dibattito continua e nel mirino c’è il sindaco Roberto Antonio Mutalipassi il quale, insieme agli assessori al ramo e cioè ambiente e demanio, sono rimasti silenti per diverso tempo fino a quando hanno dichiarato di non essere al corrente di alcuna autorizzazione in mare.

Adamo Coppola, già sindaco di Agropoli e predecessore dell’attuale, attacca il suo successore: «In questi giorni sono rimasto allibito nel seguire la vicenda dei lavori a San Francesco – dice – ho condiviso le forti preoccupazioni di tanti cittadini, in ansia per possibili danni ambientali, e concordo con le forti critiche verso il sindaco, colpevolmente assente sul problema, ma chi mi segue sa che questa mancanza dei nostri amministratori non è una novità».

Tema, questo, particolarmente sentito: «A mio parere, però, la cosa peggiore è il becero tardivo tentativo di scaricare le eventuali colpe solo sul privato per recuperare dalla pessima figura. Prima lo lasci fare e poi, a danno fatto, vuoi intervenire? In quell’area ad alta tutela ambientale, dove c’è però un concreto rischio di frane che mettono a rischio anche il patrimonio pubblico, non si puoi far finta che la questione non sia di interesse pubblico e se un privato preoccupato propone un modo per mitigare il rischio, il bravo sindaco non lo lascia andare da solo, ma lo accompagna creando sinergie positive, anche se la collaborazione si limitasse soltanto ad una partecipazione attiva, magari di verifica degli atti e dei lavori».

Coppola ragiona nel merito: «In generale il sindaco, da buon padre di famiglia, non abbandona i suoi cittadini ma li aiuta e accompagna sempre con tutti mezzi che ha a disposizione, ma al contempo non dimentica mai che l’interesse pubblico e la tutela del territorio vengono prima di tutto. Ma per fare questo, ci vuole coraggio ed assumersi certe responsabilità, la soluzione non può essere certo di lavarsene le mani».

Molto più duro è Gerardo Spira, storico segretario di Angelo Vassallo e attivista: «Un’amministrazione con coscienza di luogo, tanto per fare un esempio, non avrebbe concesso autorizzazioni con tanta leggerezza per mettere mano in quello che è considerato uno dei luoghi simbolo e più cari alla comunità di Agropoli – le sue parole – laddove ci fossero stati necessità e presupposti per concedere autorizzazione, avrebbe strettamente vigilato che i lavori fossero fatti in conformità alle autorizzazioni rilasciate, nel rispetto dell’importanza del sito, invece di cadere dal pero.

Va dunque subito disposto il ripristino dei luoghi in danno dei responsabili con la ricostruzione della caletta e della scogliera, come prima, ciottolo per ciottolo, riportando il profilo come prima. Se si perde tempo o peggio ancora si sanano le cartacce, si apre la strada lungo tutta la costa, come precedente acclarato. e questa è la ipotesi più accreditata che circola nel “gruppo criminale”. Quale lavoro non poteva essere autorizzato – argomenta – il falso è nel provvedimento.

Quella zona è riportata in rosso sulle carte, per non parlare della distruzione delle specie protette».

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